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Quegli orrori disegnati in nome del marketing

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Per giustificarle si disse che erano un omaggio alle gomme dello sponsor, del quale ricordavano i segni lasciati sull'asfalto. Male fu vista anche quella tutta nera con la quale nel 1990 la Juve sostituì la sua storica seconda maglia gialla o blu. Chi disse che portava sfiga ebbe ragione, perché in quella stagione la squadra di Maifredi non si qualificò per le coppe europee dopo decenni. Alla Fiorentina della prima metà degli anni '80 il marketing impose la revisione della maglia (viola con colletto rosso) e del logo (un giglio stilizzato all'interno di un grosso cerchio sul petto). Un'operazione simile a quelle fatte dalla Roma di Anzalone nel 1978 (col lupetto al posto della Lupa e la maglia «a ghiacciolo» della Pouchain) e dalla Lazio subito dopo, quando sostituì la piccola aquila che regge lo scudo biancoceleste, con quella grande e stilizzata su tutto il petto. Un motivo che si trovava anche sulla seconda maglia dell'82-83, tutta verde con aquila e colletto bianchi. Più che la Lazio sembrava l'Avellino! Ma per lo sponsor c'è stata anche una Lazio giallorossa. Fu quella che vinse la Coppa delle Coppe nel 1999 con una maglia gialla con spalline nere e logo Del Monte. Che dire poi di quella tutta rossa con banda blucerchiata indossata dalla Sampdoria nella seconda metà degli anni '80? Bruttissima e antistorica, così come quella blu notte con spalline giallorosse messa dalla Roma sconfitta a Montecarlo il 18 marzo 1992. Portò male e non fu più indossata. A proposito di Roma vanno poi ricordate quella stile «palio di Siena» della Champions 2001-02, le due verdi del 1995-96 e 2005-06 e quella bianca con una sorta di cravattino al collo simile ad un pigiama sempre del 2005-06. Ma una delle più brutte della sua storia resta quella nera con righe giallonere sulla schiena del 1997-98. Inguardabile! Le ragioni del marketing, però, non sono state sempre accettate passivamente. Una decina di anni fa la ditta che forniva le maglie al Genoa decise di inserire una righina bianca tra i classici spicchi rossoblu della maglia e la tifoseria insorse promettendo di non acquistarne neanche una. Dopo poche partite le nuove casacche vennero abbandonate per far ritorno alle divise tradizionali, solo rossoblu, che poi non sono state più cambiate. Da quel momento, prima di commissionare la maglia per la nuova stagione, il Genoa sonda sempre i tifosi per conoscere il loro gradimento sul prodotto.

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