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Fabrizio Fabbri Sudata, molto più ...

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La forza di Roma è stata la lunghezza del suo roster. Ancora sugli scudi Gigi Datome, omaggiato dal quintetto base assieme a Jennings, granitico Brezec, sempre più uomo delle certezze in attacco, glaciale Becirovic, anche se 5 palloni persi sono troppi, e lucidi e determinanti De La Fuente ed il ritrovato Gabini. Ma è vero, come ha detto Repesa, che in una serata dove le tossine e la fatica dei viaggi si sono sommate alla voglia di rialzare la testa dell'Angelico, trascinata dall'immarcabile Smith e da un buon Garri, tutti hanno portato il loro mattoncino. La qualità e specialmente la continuità di gioco, in attacco e difesa, non sono ancora al top, ma sarebbe strano, ora, il contrario. La Virtus ha provato in avvio a dare una spallata all'incontro con Datome, Hutson e Ray. Ma Biella, che ha schierato il nuovo arrivato Jurak, ha reagito riuscendo a rimanere a contatto dei capitolini per oltre 30'. Il break decisivo, quando a puntellare la situazione ci aveva pensato un immarcabile Brezec, è stato firmato da De La Fuente e da Gabini, decisivo con la sua grinta in difesa. Così la Virtus, raggiunto il massimo vantaggio sul 68-81 e poi ha potuto amministrare, respingendo, grazie alla freddezza di Becirovic dalla lunetta, il disperato tentativo dell'Angelico di riaprire l'incontro. «È stata una vittoria importante - ha detto il coach Repesa - perché ottenuta su un campo difficile. Abbiamo viaggiato tanto nell'ultima settimana, stando più in aereo che in palestra per giocare tre trasferte, ed avevo paura della fatica. Abbiamo sfruttato la profondità della panchina e tutti quelli che sono entrati hanno dato il loro contributo. Ora dobbiamo recuperare le energie perchè ci aspettano due partite importantissime in casa contro Badalona in Eurolega e domenica quando arriverà Teramo».

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