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Matteo Recanatesi Lazio e ...

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Da Joszef Viola a Zeman, da Popovich a Eriksson, da Sperone a Maestrelli: tutti i grandi allenatori della Lazio hanno sperimentato l'attacco «pesante». Che negli anni Trenta e Quaranta era una consuetudine più che un azzardo. Così, Piola fa trio con Busani e Costa nella squadra che porta la Lazio a un passo dallo scudetto nel 1936-'37: quaranta reti in tre (21 di Piola, alla prima stagione romana) e seconda piazza in campionato, dietro al Bologna. Piola farà trio anche con Puccinelli e Gualtieri prima della guerra. In panchina c'è Popovich, sugli spalti il duce: la Lazio chiude quarta. Nel '50 Sperone schiera Puccinelli, Hofling e Arce che segnano 27 volte; dietro di loro, Flamini e Cecconi trovano spazi invitanti e in due ne fanno 19. La Lazio champagne si riaffaccia nel 1956-'57 con Muccinelli-Selmosson ali magiche e Vivolo perno centrale. Risultato: 26 centri e Lazio terza dietro Milan e Fiorentina. Siamo nel Settanta, Lorenzo è il nuovo profeta e schiera Massa, Fortunato e Ghio sulla linea avanzata per tornare in serie A. Ci riesce, ma due anni dopo precipita di nuovo. Squadra a Maestrelli che tocca quota 40 reti con Chinaglia (21), Massa (12) e Abbondanza (7). Due anni più tardi sulla linea di «Long John» salgono Garlaschelli e D'Amico, tornante d'attacco: la Lazio gioca un calcio nuovo, spumeggiante, concreto e conquista il tricolore. Il tridente passa di moda, Carosi lo rispolvera nell'84. Giordano-D'Amico-Laudrup però si pestano i piedi e fanno la miseria di otto reti in tre: la Lazio torna in B ma regala ai tifosi la straordinaria rincorsa del meno 9 proprio con un attacco a tre punte, composto da Poli, Fiorini e Mandelli. Nell'era Cragnotti la Lazio balla ancora sulle punte. Boksic, Casiraghi e Signori segnano 42 volte sotto la guida di Zeman: è record. Meno prolifico l'attacco con Rambaudi in campo, mentre Signori-Casiraghi-Protti, nel '97 chiudono con 30 centri. Vieri-Salas-Mancini arrivano a 37 con Eriksson, l'anno prima del secondo scudetto, dove invece lo svedese gioca con due punte (Salas e Boksic) e il tornante Conceicao. Il tridente si lega al profumo d'alta classifica. Delio Rossi ci prova un anno fa con Rocchi, Pandev e Bianchi, ma siamo già a gennaio e la stagione è compromessa. Via Bianchi, ecco Zarate, meno uomo d'aria e più fantasia. La Lazio vola. Adesso si può anche se Rocchi non è al top e potrebbe ripartire dalla panchina..

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