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Facile pensare che sia un riferimento a Josè Mourinho, il ...

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Sì, gli innamorati del calcio inglese, quelli del calcio sudamericano, quelli che vedono solo la Bundesliga, altri che seguono con passione la Liga spagnola. La scuola italiana per quanto riguarda gli allenatori è ancora la numero uno. Lo dicono i fatti, che non sono opinioni. Marcello Lippi - anche senza incantare, ma la praticità a volte è una dote rimpianta da chi non la possiede - è arrivato all'invidiabile record di 30 gare con la squadra azzurra senza sconfitte. Il suo credito con critica e tifosi cresce esponenzialmente anche se la sua Italia non diverte. Come non diverte, ma vince, l'Irlanda di Giovanni Trapattoni. Prima di lui, lo Shamrock - il trifoglio simbolo dei verdi di Dublino - era così appassito da non fare più notizia. Adesso, anche grazie a un altro vecchietto, il prode Keane, è proprio l'Irlanda a inseguire l'Italia capolista del girone di qualificazione per i mondiali del Sudafrica. A tutt'oggi, visto il regolamento - passa la prima più molte delle migliori seconde dei vari gironi - il Trap ha mezzo visto per il Continente Nero e il suo affascinante mondiale tra un anno e mezzo. Chi ce l'ha in tasca, invece, è il suo amico Fabio Capello. Che dopo aver vinto coi club, ha fatto diventare l'Inghilterra una nazionale. «Prima qui era un circo, ora è una squadra» ha dichiarato il difensore Rio Ferdinand prima della quarta vittoria consecutiva dei bianchi nel girone di qualificazione del mondiale. Ecco allora che Don Fabio di Madrid è diventato «Fab Four», laddove il 4 non sta per i Beatles Favolosi, ma per i 4 successi di fila. Roba che oltre manica non conoscevano proprio. Con tutto il rispetto per Eriksson e tutta la sfilza di tecnici britannici che si sono seduti sulla panca della nazionale inglese. La scuola italiana in fatto di allenatori, non ha eguali. I fuoriclasse sono loro. Vincono e raccolgono primati.

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