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I 14 milioni di euro di Mourinho, - presunta retribuzione ...

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È la bellezza di questo nostro ricchissimo e folle gioco del calcio. Da un lato l'armata nerazzurra, esempio fulgido dell'opulenza del pallone che rotola in tutto il mondo, con stranieri stramilionari, un allenatore filosofo e abile nella provocazione dialettica e tutto quello che ruota intorno ad un club: dirigenti, procuratori, addetti stampa, tifosi vip. Dall'altra la squadretta di Cipro, costretta a giocare a Larnaca da quando Cipro è stata divisa dopo l'invasione turca. Un allenatore, il georgiano Temuri Ketsbala, che per l'Anorthosis è una sorta di icone vivente: prima giocatore, poi allenatore-giocatore, ora solo tecnico che dirige giocatori di discreto valore, come l'ex romanista Traianos Dellas. Un greco che quest'anno ha fatto tanto male ai propri connazionali: battuto l'Olympiacos nei preliminari di Champions, ed ora, nel girone B, quello dell'Inter, anche i biancoverdi del Panathinaikos. Eccoli là, i semisconosciuti ciprioti, a pari punti con la squadra che «deve» vincere la coppa. Il bello del calcio, dello sport: quello più ricco e famoso non sempre sta avanti a chi vive la passione con entusiasmo. Poi, certo, capiterà che - mancando ancora 4 turni alla fine del girone - i ragazzi di Larnaca se ne rimarranno a casa quando le cose saranno più serie. Comunque vada, la globalizzazione del pallone produce anche effetti gradevoli: non solo l'Est, ma anche il bacino del Mediterraneo entrano in scena. Sparigliano, scompigliano, divertono. E creano spontanei paragoni: i 14 milioni di euro di Mourinho (ma saranno poi così tanti?) e lo stipendio di Ketsbala che è cento volte più basso. Ma quattro punti in classifica per l'uno, quattro per l'altro. I soldi non fanno la felicità. E a volte, nemmeno le squadre di calcio.

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