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Sono giovani Lasciamoli crescere

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Come se ogni fischio sballato, o magari discutibile, evocasse fatalmente l'ombra dello scandalo che aveva spedito la Juve in B e tanti fischietti in vacanza illimitata. La Roma è stata pesantemente danneggiata da valutazioni clamorosamente fasulle, ma questo non basta a far rivivere antichi fantasmi. Quei tempi, cioè, in cui si attendevano con trepidazione le designazioni per il timore di leggervi nomi inquietanti, un Racalbuto o un Gabriele: e, peggio, la notizia che i responsabili fossero sempre Bergamo e Pairetto. Un minimo di esperienza mi porta a dubitare fortemente dell'esistenza di complotti con vittime designate. Una volta Pier Luigi Collina, oggi designatore, restava per un anno senza dirigere la Juventus alla quale, lui numero uno del mondo, non era gradito, mai essendosi adeguato al potere occulto che dominava il calcio nazionale. Ha dovuto ricominciare, spariti nomi illustri ma non affidabili, da una schiera di giovani, come tali soggetti agli errori, proprio come i più verdi dei giocatori e dei tecnici. All'estero, posso assicurarlo, la qualità degli arbitri e soprattutto degli assistenti è di livello nettamente più basso, però la polemica su un episodio discusso è quasi insignificante, manca l'usanza dei pubblici processi imperante dalle nostre parti. Non va infine dimenticato che l'inevitabile, umana soggezione nei confronti dei grandi nomi non coinvolge soltanto le società che una volta governavano, con tutti i trucchi possibili, il campionato. La Roma, storica avversaria di un Palazzo bacato, adesso nella sala dei bottoni ha una presenza importante, quella di Rosella Sensi, numero uno giallorosso. A meno che non si voglia considerare una poltrona di vicepresidente alla stregua di uno sgabello di legno.

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