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Juve, tegola Trezeguet

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Stasera riparte la caccia a tutto il possibile, avversario il Catania di Zenga che, guarda caso, con l'Inter c'entra pur qualcosa. «L'anno scorso - ricorda Ranieri - sia all'andata che al ritorno vincevano loro 1-0. Una volta abbiamo recuperato su rigore, un'altra grazie a un gol di Del Piero all'87'. Sarà una partita quindi molto tirata. Il Catania poi è a un punto da noi, ha fatto una buona gara a San Siro e cercherà di ripetere quella gara là». Catania in casa, poi Samp fuori. Quale sembra l'ostacolo più duro? «La prima, ma perchè non ci sono partite facili. Sono tutte difficili: dobbiamo quindi pensare solo alla prossima partita in modo che la concentrazione aumenti». Zero passi falsi, insomma. Anche perché nel campionato scorso sono state proprio le piccole a togliere parecchi punti alla Juve. Juve che sarà anche senza Buffon e Camoranesi ma che in compenso riavrà Del Piero, il quale dovrebbe fare coppia con Amauri. Quanto a Manninger, l'ex portiere senese ha già fatto bene a Cagliari e offre discrete garanzie, certo superiori a quelle che l'anno passato garantiva Belardi. «Non siamo ancora fluidi, però va bene così - è l'analisi di Ranieri - Diciamo che quelli dell'anno scorso stanno facendo da apripista ai nuovi arrivati. Ci stiamo avvicinando al sincronismo dei movimenti, ma ancora non ci siamo: sono cose che ovviamente si trovano giocando. Rispetto all'anno scorso siamo più compatti, offriamo meno opportunità alle squadre avversarie». Nell'immaginario collettivo è comunque già Juve-Inter. «No, c'è ancora tanto cammino da fare. Ci sono il Milan, la Roma, la Fiorentina. Ma si pensi pure alla Lazio, che l'anno scorso, un po' per la Champions e un po' per gli infortuni, non ha dimostrato il suo vero valore. Ora sta bene e la Lazio è una squadra che va a prendere dei punti. Poi ci sono Napoli, Sampdoria. Sarà un bel campionato, molto più combattuto di quello dell'anno scorso. Mi auguro che la Juve sia lì nel gruppo. La squadra da battere resta però l'Inter, anche se Mourinho ha le sue difficoltà essendo arrivato in una squadra nuova. Ma stanno giocando e facendo risultati: quando avranno capito la filosofia del nuovo allenatore, avranno qualcosa in più». Qualcosa da invidiare al portoghese? «No, a me piace costruire. Non ho mai invidiato nessuno in vita mia. L'Inter è come la Juve di tre anni fa, quando era piena di campioni. Ora noi siamo in fase di ricostruzione e se facciamo più squadra non è perchè l'Inter ha cambiato allenatore». Intanto c'è da pensare alla Juventus e a come sopperire all'assenza di Trezeguet. «Ho un attaccante e un vicecapocannoniere in meno. Toccherà un lavoro in più agli tre o quattro attaccanti». Anche a Giovinco, forse. «Pian piano arriverà il suo momento, ma non dobbiamo aspettarlo come il Messia. Problemi tattici? Non ho detto che ce ne sono, lui però è ancora in fase di formazione, ha sempre giocato centralmente, poi a Empoli ha fatto il quarto di sinistra. Io l'ho portato qui proprio per fare il vice Nedved, ma questo non significa che non possa fare l'attaccante. Il problema è solo farlo giocare quando starà bene».

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