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Hamilton, ricorso respinto

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Caos per un paio d'ore, poi il verdetto dei commissari di gara arrivò perentorio e diede 25 secondi di penalizzazione (un drive trought a fine gara commutato in 25" in meno in classifica), che fecero retrocedere Hamilton dalla prima alla terza posizione regalando la vittoria a Massa. E così da lunedì mattina la Corte d'Appello, riunitasi a Parigi nella Salle du Comité della Fia in place de la Concorde, ha discusso il ricorso dei legali della McLaren contro la decisione dei commissari del Gp del Belgio. Le memorie del team inglese si basavano su argomenti fondati: sostanzialmente gli avvocati del team anglo-tedesco sostenevano che la difesa estrema di Raikkonen nel tentativo di evitare il sorpasso e il successivo-conseguente taglio di Hamilton fossero inevitabili, così come il sorpasso. E contestualmente avevano ribadito come Lewis avesse ceduto la prima posizione in modo «reale», tanto che sul traguardo transitò prima Raikkonen dell'inglese. Ma c'è di più, perché alla McLaren si facevano forti del fatto che la manovra era stata in un primo momento ritenuta corretta dal delegato tecnico della Fia, Charlie Whiting. Anche la Ferrari ha chiaramente prodotto la proprio versione dei fatti, chiarendo come il pilota della McLaren avesse «sostanzialmente» tratto vantaggio dalla manovra, sfruttando la scia della Rossa e potendo passare Kimi in staccata. Ma ieri la Fia ha messo la parola fine alla vicenda, peraltro con un verdetto immaginabile e quanto mai annunciato, rigettando del tutto il ricorso degli avvocati inglesi, ritenendolo «inammissibile», secondo l'articolo 152 del Codice sportivo internazionale. In serata è arrivato il commento di Lewis Hamilton: «Sono deluso ma non depresso. Adesso voglio lasciarmi questa vicenda alle spalle e andare avanti con quello che i piloti sanno far meglio e cioè sfidarsi in pista e mi concentrerò solo su quello». E sarà un bel concentrarsi visto che - ora sì - i due duellanti sono a soltanto un punto di differenza. Si alzi quindi il sipario sulla notturna a Singapore. Lo spettacolo riparte da zero. Anzi da uno, quel punticino di margine che l'inglese conserva su Felipe Massa.

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