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Rossi guida la rivolta

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delle «piccole»

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Amarissimo, avrei detto. Sabato scorso l'ho trovato rasserenato e, quel che più conta, ironico. Con tutti i rischi che nel calcio l'ironia comporta. E infatti diceva sorridendo, Delio, ch'era interessante raccogliere la sfida di Mourinho Specialone (lo dico così, all'italiana, dopo aver registrato la sua notevole italianità tattica e linguistica: al paese suo direbbero catenacciaro!) nel paese calcistico che le sa tutte e molte le ha insegnate. Nelle stesse ore, meditavano colpacci simili allenatori di grido o di riserva come Mazzarri, Reja, Arrigoni e altri sollecitati al confronto con tanto nome (e tanto stipendio). E c'è stato da divertirsi, a cominciare da Marassi, dove Mazzarri ha prima fatto giocare l'Inter per capire che vi fosse di nuovo, nel supersquadrone morattiano, poi ha fatto il suo numero, giocandosi un Palombo-a-sorpresa (tatticamente) e mettendo alle corde una squadra superpuntuta con una Samp praticamente senza punte. Poi s'è visto il Napoli «a quattro» rispondere per le rime alla Roma, con un Reja fantasioso (!) al punto di rischiare la vittoria all'Olimpico. Per non dire del Bologna ripromosso, all'apparenza ufficio di collocamento per anime perse, in realtà fulminante realtà del contropiede più classico: il Milan ronaldineggiava, Valiani, pasticciere pistoiese, lo intortava alla grande. Ed ecco il divertissement Lazio a Cagliari, dopo un lungo periodo di sbadigli e mollezze estive da Portocervo: Rossi s'è giocato la rabbia di Foggia, e ci ha visto bene, poi la classe di Zarate, e ci ha visto ancor meglio. Goleada. E tutti a chiedersi, ovviamente, se fosse tutta virtù laziale o demerito dei sardi. Magari per non dire che Lotito stavolta ci ha visto bene, benissimo; oppure per non creare illusioni. Perchè lo sapete: delle altre squadre si può dir tutto il bene possibile, della Lazio no, prudenza, prudenza, chissà domani... Già: quasi nessuno la vuole protagonista. Mentre sarebbe ora che i tifosi le attribuissero le qualità che ha accompagnandola con l'antico affetto che spesso vale più d'un uomo. Son curioso di vedere che accoglienza le riserverà l'Olimpico biancazzurro, domenica 14, quando arriverà la Sampdoria. Solo allora sapremo se anche a Roma si può cantare «non vi lasceremo mai soli».

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