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Se Di Natale e De Rossi fossero stati meno stressati. Se ...

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Bensì dell'analisi psichiatrica dei cinque minuti più duri della partita di domenica sera fatta da Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di psichiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Donadoni bocciato «Da Donadoni mi sarei aspettato una lista dei rigoristi diversa». Inizia così l'analisi sportivo-psichiatrica di Mencacci, che spiega quanto sia importante un buon allenamento psicologico per quei fatidici secondi. «Davanti al dischetto - afferma - è fondamentale azzerare l'ansia e lo stress. Per questo la lista dei prescelti avrebbe dovuto prevedere i giocatori più abituati a contenere le emozioni». Serve self-control Uno stress emotivo eccessivo, infatti, può complicare le cose aumentando l'esitazione nell'esecuzione del tiro. «Se il rigorista è stressato, cresce anche la sua percezione della difficoltà. È come se la porta a cui deve mirare diventasse sempre più piccola». Il fattore «curva» Lo psichiatria chiama in causa anche il «fattore curva». «Calciare i rigori sotto la curva avversaria mette in ulteriore difficoltà il giocatore già affaticato e stressato. Le urla e i segni di aggressività manifestati dai tifosi provocano l'attivazione di un'area del cervello, l'amigdala, che lancia un segnale di pericolo che prepara alla reazione 'combatti o fuggì. Solo il rigorista Doc riesce a disattivare questo meccanismo».

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