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Il derby che decide tutto

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Con sei punti di vantaggio sulla Roma, a tre giornate dal termine del campionato, i nerazzurri sono infatti avvantaggiati dagli scontri diretti con gli inseguitori: oggi basterebbe loro mantenere invariate le distanze dalla Roma per festeggiare il tricolore. Non è stata una settimana particolarmente calda in casa Inter, la tensione è aumentata via via nei giorni di vigilia. Mancini ha un solo obiettivo in mente: «Questa sfida è decisiva soprattutto per il Milan, noi dobbiamo andare in campo per vincere. Siamo favoriti perché vinciamo da tre derby di fila e perchè siamo primi in classifica, però il derby è il derby e non si può mai dire». Il tecnico preferisce poi non replicare alle dichiarazioni di Seedorf, che venerdì a Milanello ha detto che non è corretto affermare che l' Inter stia per vincere il terzo scudetto consecutivo: «Non ho nulla da rispondere - attacca Mancini - ognuno è libero di pensare e dire ciò che vuole, magari se lo dico io poi viene fuori un casino, ma questo è un altro discorso». L'allenatore è irritato perché dopo la vittoria col Cagliari alcune sue dichiarazioni sono state strumentalizzate, e da lì in settimana sarebbe arrivato il sibillino commento di Moratti che la conferma dipendeva dalla volontà di Mancini, che in sala stampa puntualizza: «Tutto questo nasce dal fatto che, rispondendo ad una domanda nel dopo-gara di Inter-Cagliari, ho detto di essere stanco. Da una mezza frase è nato un casino, questo per far capire a che livello siamo». Intanto ieri Tronchetti Provera si è sblianciato sul futuro di Mancini: «Che io sappia resta». Contro i rossoneri mancherà Zlatan Ibrahimovic che però dovrebbe assistere al derby dalla tribuna. Appiano Gentile anche ieru è stata invasa da un fiume di tifosi interisti che hanno incitato la squadra a ritmo dei tamburi e con i fumogeni come coreografia. Stankovic sarà sicuramente in campo, così come Balotelli in attacco, spalla di Cruz. In difesa potrebbe giocare Rivas al centro della difesa con Materazzi, con Chivu al posto di Maxwell. Centrocampo con Zanetti, Vieira e Cambiasso. Atmosfera più tesa in casa Milan. «È una partita decisiva». Carlo Ancelotti spende un aggettivo che fin qui quest'anno aveva lesinato per descrivere il derby. «Le sensazioni e la posta in palio non sono quelle di una finale di Champions League, nè quelle degli ultimi derby europei», premette Ancelotti, «ma questo è un crocevia: dal risultato può dipendere davvero il nostro futuro. Non serve guardare a cosa fa la Fiorentina, meno di nove punti nelle restanti giornate non ci basterebbero a conquistare il quarto posto». Dopo lo sbandamento di marzo (6 punti in altrettante gare), Ancelotti adesso è tornato «ottimista, perché »a troppo tempo non vinciamo un derby». Un rossonero su tutti rende lo stato di forma della squadra, quel Pippo Inzaghi che ha segnato otto reti nelle ultime quattro partite: il tecnico lo spedirà da solo in avanti, sorretto dalla coppia Kakà-Seedorf, e per la seconda volta lascerà Pato in panchina. Qualche dubbio, invece, all'allenatore rossonero sarà venuto in mente leggendo le vicende di Ronaldo alle prese con lo scandalo dei travestiti in Brasile. «Non voglio giudicare nessuno, ma di certo non ha fatto una gran bella figura» chiude Ancelotti.

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