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La proprietà se «rimane»

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Piano con i processi, ma sarà comunque legittimo pretendere, in nome di un tifo appassionato, estrema chiarezza sugli alti e bassi di una trattativa forse irrevocabilmente al tramonto. La Roma rimarrà probabilmente alla famiglia Sensi, alla quale si devono affetto e gratitudine, ma in questo caso un ridimensionamento di programmi e obiettivi è quanto la logica sembra suggerire. La migliore delle ipotesi indica una blindatura dei pezzi da novanta, ma di fronte ai progetti di un Milan o di una Juventus non sarà agevole ripetere questa stagione dei record, battersi per un posto in Uefa non sarebbe il massimo per le ambizioni del popolo romanista. In attesa di una parola definitiva, il panorama propone intanto qualche spunto suggestivo, in prospettiva di quelle finali europee alle quali l'Italia calcistica guarda con grandi speranze. La tripletta di Pippo Inzaghi, comprensibilmente gonfiata dalla stampa geograficamente amica, propone qualche nuovo imbarazzo a Donadoni, il cui unico motivo di conforto consisterebbe nello sfatare la nomea difensivistica troppo spesso imputata agli Azzurri, secondo qualcuno obbligati a presentarsi al via con una legione di punte. Ci mancava, una nuova candidatura in attacco, dopo il capocannoniere Borriello e soprattutto dopo la prepotente candidatura avanzata da Del Piero, trascurando per ora Lucarelli o magari Quagliarella, che produce fiammate ma soltanto raramente affidabile continuità. Fermo restando che Alex è stato il miglior giocatore, non soltanto italiano, del campionato, per lui si potrebbe anche modificare il modulo. Del resto, fosse stato disponibile Totti, il problema si sarebbe posto comunque, meglio pensarci per tempo. E poi, vista l'aria, un pensierino pure a Ciccio Cozza, che fa il suo per salvare la Reggina. Tanto una maglia in prima linea non si nega a nessuno.

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