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Mancini & Mancini

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Spalletti non l'ha mai considerato un impegno di secondo piano e anche quattro anni fa arrivò fino a questo punto, eliminato proprio dalla Roma di Bruno Conti. «Vogliamo la finale - annuncia l'allenatore - non ci importa contro chi. Si giocherà all'Olimpico e avremmo l'occasione di regalare un'altra splendida notte ai nostri tifosi». Stavolta bisogna superare l'ostacolo Catania, ma alla vigilia l'attenzione finisce inevitabilmente altrove. A Milano, sponda nerazzurra, dove Roberto Mancini entra nella polemica su Totti e i suoi tre «vaffa» all'arbitro Rizzoli. «Andava espulso, punto e basta. Chi parla del buonsenso da parte dell'arbitro - accusa il tecnico nerazzurro - ha paura di dire come stanno le cose. Vorrà dire che ora i giocatori avranno tre "vaffa" da spendere nel corso della partita...». Dopo «aiutini» e «aiutoni» vari, altro veleno sulla corsa scudetto. «Cassano al posto di Totti avrebbe preso come minimo cinque giornate» aggiunge Mancini. Spalletti ascolta queste parole solo dopo la sua conferenza stampa e preferisce prendere tempo: replicherà oggi. Sul caso Totti l'allenatore toscano si limita a dire che «Rizzoli si è sentito in colpa e ha interpretato la cosa con responsabilità. Francesco ha chiesto scusa, Rizzoli ha arbitrato benissimo e mi dispiacerebbe se venisse fermato». Ma Gussoni ha annunciato lo stop dell'arbitro di Bologna: «Chi sbaglia paga». Dal nervosismo del capitano a quello di Doni e Panucci, esploso sotto gli occhi di tutti a Udine. «Ne ho parlato con i miei giocatori, queste sono cose che possono succedere anche se il nervosismo è sempre negativo. Io esigo professionalità e comportamenti che fanno il bene della squadra, poi non posso pretendere che siano tutti amici». Altro capitolo spinoso: Mancini, quello giallorosso ma destinato a diventare nerazzurro anche lui. Escluso nelle ultime due gare in campionato a favore di Vucinic, oggi sarà in campo nella Roma-bis. Spalletti non gliele manda a dire. «Qui non ci sono titolari o riserve, la Roma ha saputo giocare anche senza Totti e deve imparare a farlo perché altrimenti non si cresce. Vucinic ha fatto quello che doveva fare, Mancini non è una vittima, lui in base a quello che ha fatto Vucinic si deve impegnare per dare il meglio di sé e riprendersi il posto. Ha un carattere sensibile? Deve migliorare anche in questo. Noi non possiamo stare a coltivare questo o quell'altro, altrimenti perdiamo tempo, perdiamo tre partite e stiamo fuori da tutto. Nella Roma - chiude Spalletti - devono essere forti le maglie, non chi le indossa». L'anno prossimo Mancini non lo farà. Ieri, intanto, ha subito gli insulti dei tifosi fuori da Trigoria per non essersi fermato a firmare gli autografi. La seconda razione di fischi lo attende stasera all'Olimpico.

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