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Fabrizio Fabbri Sconfitta ...

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Roma ha avuto tanto da Lorbek, Hawkins, De La Fuente, Gabini e da un Jaaber utilissimo in difesa ma impreciso in attacco ma è stata tradita da Ukic, in affanno e Stefansson, mostrando come l'assenza di Ray la privi di un terminale essenziale. Assenze da entrambe le parti. Fuori, per Roma, Ray e Crosariol e per gli ospiti il regista McIntyre. L'avvio ha subito fatto annusare l'acro odore del playoff. Sato da 3, con replica di Hawkins per far capire che si faceva sul serio. E i primi 10' sono stati vissuti ad elastico con entrambe le formazioni impegnate ad inseguire, recuperare e subire di nuovo l'aggancio. Troppo presto però sono arrivati i due falli a carico di Lorbek, penalizzato eccessivamente rispetto alle proprie colpe. Ma Siena ieri oltre che una gran bella macchina da canestri è anche questo. Un gruppo che ha saputo costruirsi una reputazione nelle stanze del potere e che sa incutere soggezione in arbitri non all'altezza come sono oggi Filippini e Pozzana, capaci di trascinare nel marasma anche un fischietto navigato come Lamonica. 20-19 al 10', preludio ad una seconda frazione dove i meriti della Mps sono apparsi evidenti. Come lo squilibrio nelle fischiate se si pensa che i toscani hanno accumulato tre penalità dopo 1' per andare poi in bonus a 11" dalla conclusione del quarto. Ma quando si difende duro e lo si fa in cinque è normale che questo accada. Dalla panca poi la Mps ha fatto alzare tanta qualità. Con tutti i suoi lunghi frenati da due penalità, Repesa ha visto la sua squadra andare in affanno e chiudere al riposo sotto 32-41. Nella terza frazione la Mps è volata sul + 14 (32-46) e Roma è stata brava a rientrare fino al - 2 (49-51). Ma Siena non s'è scomposta e s'è riportata avanti sembrando in grado di chiudere definitivamente. Ma il grande cuore di Roma, sospinta dal ruggito della sua gente ha fatto credere al miracolo. Infrantosi nel pallone governato dallex Ilievski, sul 76-78, che è stato il risultato finale fissato sul tabellone.

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