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Fabrizio Fabbri Vincere sul ...

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Ma il successo del PalaDozza è di quelli che si portano appresso tanti interrogativi. Perché quando la Lottomatica ha avuto cervello e gambe per giocare ha dato netta l'impressione di dominare l'ostica avversaria. Che però, nonostante fosse scivolata all'inferno, - 12 (45-57) con 2'10" da giocare nel terzo periodo, è tornata in vita, riuscendo addirittura a mettere il naso avanti (67-66), quando il cronometro segnava trascorsi poco più di 3'30" dell'ultima frazione. Ed è bene sottolineare che se Bologna è rimasta in vita non è stato certo per meriti propri e neppure per il tanto decantato pride (leggasi spirito) fortitudino. C'è stata infatti tanta, troppa complicità di Roma nel recupero dei padroni di casa. Anche se poi, quando s'è trattato di mettere la pietra tombale sull'incontro, ci ha pensato un immenso e unico Erazem Lorbek (25 punti, 9 rimbalzi, 1 assist e 1 recupero) che ha mostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che lui è la solida fondamenta su cui la Virtus dovrà guardare al futuro. Così la pratica Upim è stata archiviata. E la truppa di Repesa può ora prepararsi alla sfida di domenica contro Siena confortata da una classifica che la vede ancora solitaria in seconda piazza. Bravissimo Repesa a costruire il piano partita sulla costante ricerca delle lunghe leve di Lorbek e Fucka dentro l'area punendo la scelta di Sakota di giocare con un'ala grande leggera. Roma, quando frenesia, frustrazione e rabbia non l'hanno accecata ha disposto dell'avversario, decimato dall'infortunio di Jenkins, e dall'influenza di Lamma, a proprio piacimento. La Virtus è apparsa comunque in crescita fisica, dopo le fatiche d'Eurolega, confermando che De La Fuente, minster utilità, non sarà per forza il sacrificato quando Ray tornerà a disposizione. Bene Ukic per 30', poi confusionario per 5', prima di riprendere in mano le briglie, mentre segnali di risveglio sono arrivati da Stefansson.

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