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Mancini fa i calcoli «Ci basta il pareggio»

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Oltre a Cordoba, Samuel e Dacourt, il tecnico dell'Inter non può infatti contare neanche su Ibrahimovic e Cruz. In queste condizioni, è chiaro che a Mancini un pari contro i giallorossi potrebbe anche andare più che bene. E poi «mancano ancora tante partite, il campionato sarebbe ancora aperto, anche in caso di vittoria dell'Inter» Piuttosto, l'indisponibilità di Ibrahimovic rischia di protrarsi anche se Mancini ostenta tranquillità: «Non sono preoccupato per l'infortunio di Zlatan - dice ironico con una punta di polemica nei confronti dello staff medico - perché di solito le diagnosi sono sempre il contrario di quelle che vengono fatte». Poi Mancini torna serio: «Penso che qualche giorno di riposo possa consentirgli di riprendere gli allenamenti e tornare a giocare, magari già a Napoli». A chi vede una squadra nervosa dopo la sconfitta di Liverpool ed in seguito alla poco elegante scenata di Vieira a Genova, Mancini ribatte pacifico, spiegando che «un giocatore che rientra dopo tanto tempo, vuole restare in campo sino alla fine. Il suo comportamento non è una cosa così grave come non lo sono state in passato quelli di Figo o Adriano». Mancini poi è sibillino quando gli viene chiesto perché ai giallorossi non vengono mai contestati gli errori arbitrali a favore: «Perché il giornale di Roma non gli dà contro e non vengono tirate fuori cose che, invece, altri giornali e altre città fanno. Come tutte le squadre, anche la Roma ha degli episodi a favore e altri a sfavore». Le lamentele bianconere non smuovono il diplomatico atteggiamento di Mancini: «Mi sembra abbastanza normale che ci si possa lamentare dopo una gara dove si pensa di aver subito qualche torto. Ma questo capita a tutti». Chiusura con Crespo che si vedrebbe bene accanto a Totti. «Io all'Inter sto bene e ci vorrei restare. È chiaro che la Roma è una grande squadra - dice l'argentino a Radio Spazio Aperto - con grandi interpreti e che uno possa pensare o sognare di giocare con Totti un domani. Nel calcio non si sa mai...».

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