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Squadra contestata «Andate a lavorare»

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La fiducia a tempo è terminata: dopo il civile confronto avvenuto prima di Lazio-Atalanta, i tifosi hanno perso la pazienza dopo la decima sconfitta di campionato che ha spinto la Lazio a un passo dal baratro. Nessun alibi, nessuno sconto, nessuna giustificazione: il clima inizia a diventare pesante. Presidente, allenatore, giocatori: sono tutti sotto «processo». Cori, insulti e applausi ironici: salendo sull'aereo nessun giocatore è stato risparmiato da epiteti poco ortodossi. Il coro «Mercenari, mercenari» ha accolto la squadra all'interno dello scalo aeroportuale di Cagliari: «Andate a lavorare» è stato il coro più ortodosso. Tra i più bersagliati Stefano Mauri - da qualche tempo nel mirino della tifoseria organizzata - e il tecnico Delio Rossi, reo di farlo giocare. Il capitano Rocchi ha provato - senza successo - di stemperare gli animi cercando un colloquio con i sostenitori più accesi, ma dopo pochi minuti anche l'attaccante, raggiunto successivamente da Dabo, è stato costretto a desistere di fronte ai tifosi che imputavano alla squadra l'ennesima prova sconcertante. All'arrivo a Fiumicino la Lazio è saltata immediatamente sul pullman che è arrivato fin sotto la scaletta dell'aereo, scortato da una volante della Polizia. Il crollo di Cagliari potrebbe avere ripercussioni anche sulla prossima sfida di campionato contro la Reggina, crocevia fondamentale per la lotta alla retrocessione: dopo il rinnovo contrattuale di Rocchi una ventata di cauto ottimismo aveva pervaso l'ambiente laziale che adesso è ripiombato nel pessimismo più nero. I sostenitori temono che la Lazio non abbia la forza di reagire, di rialzarsi, di competere con formazioni abituate a combattere per non retrocedere: la strada è in salita. E ancora molto lunga.

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