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Da tuffatore dalle grandi altezze a ...

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Come è iniziata la sua passione per il cliff diving? «La mia carriera di tuffatore dalle scogliere è iniziata, un po' come tutti, dal trampolino. Per otto anni mi sono allenato sulle piattaforme da 3 e 10 m. Poi ho partecipato a degli spettacoli di tuffo dai 3 m sul lago di Garda». E da lì è iniziato tutto? «Sì, mi sono innamorato degli sport estremi e ho iniziato il cliff diving. Nel 1994 ho debuttato ai mondiali di Furore, sulla costa amalfitana, e sono arrivato secondo». Poi la ricerca dell'adrenalina ha fatto il resto. «Esatto. Quando mi preparo per un tuffo il battito cardiaco accelera e ho bisogno di una respirazione particolare per calmarmi. La paura va domata, ma deve esserci: serve a ragionare». Cosa succede se si sbaglia un'entrata in acqua? «Se il tuffo è scarso o abbondante si rischiano gravi traumi e si sviene. Conosco persone che si sono tuffate da 50 m sono entrate bene ma hanno lo stesso riportato traumi agli zigomi e alla schiena, sono state operate e sono state diversi mesi sulla sedia a rotelle. Per quanto si possa essere preparati, il corpo umano ha dei limiti che vanno rispettati». Dan.Pic.

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