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Una Coppa ancora «dimenticata»

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In realtà, da qualche anno la Coppa si è un po' rivalutata con fasi conclusive che hanno visto in corsa anche qualche nome illustre del panorama nazionale, resta il problema pesantissimo dei turni di avvio, vissuti nel totale disinteresse. E anche quando entrano in gara i grossi calibri i punti negativi restano gli stessi: stadi semideserti, formazioni quasi esclusivamente varate con le seconde linee, talvolta con le terze. Certo, è improponibile il modello inglese: a parte il prestigio della F,A. Cup, la formula della gara unica sul campo della più debole. non è praticabile da noi, perché lì anche le squadre di quarta divisione dispongono di impianti che farebbero invidia a mezza Italia. Mettiamoci anche che i pochi titolari schierati stentano a trovare una concentrazione accettabile, così si spiegano alcuni errori di misura di De Rossi, come quello che ha propiziato il terzo gol granata, vanificando le velleità di rimonta dei romanisti. Non irrimediabile la sconfitta, grazie al gol di Mancini, certo ci vorrà una Roma ben diversa, al ritorno, per tentare la difesa del trofeo alzato alla fine della passata stagione. Nota positiva, se vogliamo trovarne una in una serata che ha confermato terribili impacci difensivi, un Perrotta in progresso, ma questa è una squadra che, con giocatori fuori ruolo, non riesce a interrpretare gli abituali schemi e soffre moltissimo, al di là dei meriti del Torino e del risorto Alvaro Recoba. Agghiacciante, e non per la temperatura, la visione dell'Olimpico romano con quattro gatti, attivi soltanto nella contestazione alla società. Brava la Lazio a ribaltare dopo il vantaggio del Napoli con Calaiò. Neanche la Coppa Italia, per piccina che sia, riesce a distrarre l'Inter dal suo passo ormai di routine, anche Reggio Calabria terra di facile conquista.

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