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«Italia torno, anzi no»

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Poi, in serata, precisa: «L'ho detto per gioco». Il primo messaggio di Totti è abbastanza chiaro. «Se per qualche infortunio o per qualche emergenza ci fosse bisogno di me...». Come a dire: Donadoni, se ti serve una mano conosci il mio numero. «È giusto che agli Europei vadano i 22 o 24 che sono riusciti a conquistare la qualificazione - precisa Totti - se andassi io, porterei via il posto a qualcuno e non sarebbe giusto». Poi però rivolge la mente al passato: Beckham fu richiamato appositamente per i Mondiali 2002. «È vero e mi ricordo pure di Zidane. A me personalmente dispiace non partecipare a una competizione così, ma...». E se Donadoni ci ripensasse? «Beh, se dovesse capitare...». Il giocatore ha fatto il suo passo, ora spetta al ct «Ma Donadoni - spiega Totti - non vuole. Mica lo dico solo io, l'ha detto pure il ct. Me l'hanno riferito: "a Francè, Donadoni non te vole più"». Nella rettifica serale, Totti specifica che «il fatto che io abbia detto che se, la notte prima dell'inizio del torneo, si dovessero infortunare tutti gli attaccanti potrei andare agli Europei è stato solo per gioco. Non voglio mancare di rispetto a chi ha conquistato la qualificazione agli Europei e la mia decisione sulla nazionale resta la stessa». Da qui a giugno c'è tempo per cambiare idea. Non per farla cambiare ai giornalisti di France Football che consegneranno il Pallone d'oro a Kakà. «Io l'avrei dato a Messi - dice Totti - ha 20 anni e in campo sembra che ne abbia 30». Il romanista si accontenta preparando il posto in bacheca per la prossima Scapa d'oro, ribadisce di sentirsi «giallorosso dentro» da sempre e rivela che a seguito di «incomprensioni con allenatori e dirigenti, e c'è stato il momento in cui mi sono detto: me ne vado. Gli screzi più pesanti l'ho avuti con Carlos Bianchi». Quello che voleva mandarlo via. Chissà se ora, al posto di Donadoni, lo porterebbe agli Europei.

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