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Michele Camaioni I baby di ...

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I ragazzi e lo staff tecnico della Lazio lo portano nel cuore e sulla maglietta con cui entrano in campo, la cui scritta recita «Gabriele uno di noi», quelli della Roma indossano come i cugini il lutto al braccio e insieme a loro posano, prima dell'avvio, per una foto «mista» che dice tutto lo spirito di un derby inevitabilmente diverso rispetto a quelli del passato. Dietro una delle porte qualcuno ha appeso uno striscione con il ritratto in bianco e nero di «Gabbo», la tribuna è gremita ma non un gesto si leva a turbare il clima di profondo rispetto, che nemmeno il rigore non proprio limpido concesso alla Roma nel finale potrà guastare. Nonostante il forte vento, la partita è divertente sin dalle prime schermaglie, complice il subitaneo vantaggio biancoceleste, siglato da Francesco Mancini con un delizioso destro a girare su punizione, che gonfia il sette insaccandosi proprio vicino allo striscione dedicato al tifoso morto la scorsa domenica dopo un colpo sparato da un poliziotto nell'area di servizio di Badia al Pino vicino ad Arezzo. La Roma accusa il colpo, ma già al 14' fa 1-1 con Marangon, il fratello minore di Doni, che mette a segno di destro il suo primo gol in giallorosso a coronamento di una triangolazione con Unal. Al 22' alcuni tifosi gridano «Giustizia! Giustizia!», poi è ancora il campo a catturare l'attenzione grazie a Mancini, che al 41' risolve un'azione insistita regalando di sinistro alla Lazio il nuovo vantaggio. Lo scatenato folletto biancoceleste timbra poi ancora il cartellino al 25' della ripresa, raggiungendo Evacuo nella ristretta cerchia dei talenti autori di una tripletta in un derby Primavera. La gara a questo punto sembra segnata, ma al 38' un rigore di Falco restituisce alla Roma una speranza, che si trasforma in pazza gioia a tempo scaduto, quando lo stesso Falco beffa Degrè direttamente da calcio d'angolo, scrivendo la parola fine a un derby che, dalla tribuna i tifosi, salutano intonando le stesse parole che i ragazzi della Lazio portavano scritte a inizio gara sulle loro magliette: «Gabriele uno di noi». Si chiude vosì un bel pomeriggio di sport.

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