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Fabrizio Fabbri Battere Avellino, ...

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Ma gli altri non hanno certo recitato da semplici comparse. Ognuno s'è ritagliato spazio e gloria, contribuendo a far divertire la gente. Se fosse stato montato sul parquet un autovelox le multe si sarebbero sprecate. Avellino, si sa, ama correre, e la Virtus non s'è sottratta all'invito, aggiungendo, per i primi 15', una precisione balistica impressionante che ad un certo punto ha fatto sembrare scontata qualsiasi conclusione tentata dai ragazzi di Repesa. Nel vorticoso corri e tira si è stagliata imperiosa la figura di Gabini. L'italo-argentino ha iniziato a bersagliare dalla lunga il canestro avversario. La cosa ha creato epigoni nei compagni alternatisi anche loro in conclusioni pesanti, in special modo Allan Ray che, chiamato di ricorsa dalla panchina, è stato il grimaldello per scardinare la zona dispari ordinata da Boniciolli. Massimo vantaggio per la Virtus sul +22 (49-27 siglato dal granitico Lorbek), grazie anche alla applicazione difensiva di Hawkins, prima del naturale rientro di Avellino, propiziato da Bryan e dalla voglia di mostrarsi all'ex pubblico di un ispirato Righetti. Così è arrivata la sirena di metà percorso che ha accompagnato le squadre negli spogliatoio con il vantaggio di 12 punti (57-45) per Roma, che ha però guardato dubbiosa il dato dei liberi con l'Air andata alla linea 21 volte contro le sole 8 dei padroni di casa. Ripresa con lo stesso cliché della prima metà di gara, con Roma che ha però abbassato un po' le percentuali. Mai però Avellino ha dato l'impressione di rientrare, nonostante Righetti e solidissimo Smith. Ci hanno pensato Ray, imperiosa la sua serie dalla lunga e l'eroe della pampa Gabini a fissare il risultato. Ora si guarda all'Eurolega, giovedì al Palazzetto contro i tedeschi del Brose, e poi la sfida di domenica prossima a Milano contro l'ex Caja.

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