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La romana prepara l'esordio ai Mondiali di nuoto a Melbourne

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Alessia punta ai 200 dorso e ai 400 misti: «Non sono l'anti-Pellegrini»

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Stamane tutti in vasca per cercare il giusto feeling con la «Susie O'Neill Pool», teatro dei prossimi duelli. Dopo il botta e risposta in stile pugilistico tra il nostro Magnini e il sudafricano Schoeman, le parole distensive di Alessia Filippi accompagnano l'arrivo degli azzurri nella capitale di Victoria. «Non mi sento anti-nessuno», esordisce la romana, arrivata qui a Melbourne dopo un inverno passato alle prese con un persistente stato influenzale. E se si prova a chiederle se esistono invidie all'interno di casa Italia, lei sbotta a ridere: «Ma quali invidie, noi siamo una squadra e ci tifiamo gli uni con gli altri - dice l'azzurra, al suo secondo mondiale dopo il 5° posto nei 400 misti a Montreal - Almeno io la vedo così, perchè sono una aperta, lego con tutti. Anche se ho le mie preferenze». Per questioni di club, qui a Melbourne si è dovuta separare da Elena Gemo, la sua amica del cuore nel gruppo azzurro, ed ora divide la stanza con Francesca Segat. Spesso è stata messa in contrapposizione con Federica Pellegrini, l'azzurra che con l'argento ai Giochi di Atene prima e il bis ai mondiali in Canada, poi, aveva riaperto una finestra chiusa da anni sul nuoto al femminile. «L'anti Pellegrini? Che brutta cosa - sorride Filippi - assolutamente no. Io sono solo me stessa, con le mie caratteristiche in piscina e fuori. Quello che voglio ora è solo andare al meglio in gara, non so come riuscirò a rilassarmi. Non sarà facile, ma per fortuna ho ancora una settimana prima di scendere in acqua». Il debutto si avvicina anche se le sue prove, i 200 dorso e i 400 misti, sono quelle che chiuderanno la rassegna iridata. «Per adesso sono tranquilla - prosegue l'azzurra - ma certo la tensione nel gruppo si comincia a far sentire». Passando alle gare di ieri, in chiave azzurra non si può parlare di una giornata esaltante, con le uniche soddisfazioni che ci vengono dai tuffi, con Nicola Marconi e Noemi Batki qualificati per le semifinali di oggi. Vittime illustri dei preliminari sono Tommaso Marconi (23esimo nel trampolino 3 mt.) e la sorella Maria (17esima nel trampolino 1 mt.). Il Settebello, invece, doveva affrontare la Serbia per la seconda giornata relativa al girone A. I ragazzi di Malara tengono a galla l'Italia per due tempi finché la classe e la potenza di Alexsander Sapic non decidono di palesarsi. Il break decisivo nella terza frazione, ancora con Sapic e Vujasinovic, per un 6-3 che non cambierà negli ultimi otto minuti. Ora dobbiamo vincere o pareggiare con la Germania per strappare il pass per gli ottavi, impresa più che possibile. Per oggi ancora tuffi e sincro e poi c'è il Setterosa contro la Nuova Zelanda. Sul clima che si vive attorno alla squadra azzurra interviene Massimiliano Rosolino, capitano di una nazionale che ha tanti nuotatori a caccia di risultati importanti. «Pippo (Magnini ndr) ha vinto i 100 due anni fa e sappiamo quanto vale - spiega Rosolino - poi c'è Bossini che deve tornare alla grande, Marin che è sempre cresciuto e Terin, uno dei più forti nei 50 rana». E poi c'è tutta la metà rosa della nazionale, che scalpita. Anzi qualcuna dice pure che l'ambiente è maschilista e che i ragazzi non fanno i salti di gioia se sul podio salgono le donne. «Dicono cosi? Forse è perchè lo sono prima loro di noi - scherza Max - La verità è che tutto si limita a qualche battuta. Io guardo con soddisfazione a come è cresciuto tutto il gruppo. Il rientro di Federica Pellegrini è importante e lei è in gran forma, così come Alessia Filippi deve dire la sua». Ma da qui a pensare che vale il motto «tutti per uno, uno per tutti» ce ne passa. «L'Italia del nuoto non è la nazionale di calcio - dice Rosolino - il nostro è uno sport individuale e individualista. Siamo una bella squadra, ma c'è rivalità perchè è giusto così

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