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«Sistema calcio rigenerato dai diritti tv collettivi»

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«Riforme, diritti tv, rapporti con la Lega calcio: il nostro intervento si sviluppa su più livelli. Per quanto riguarda le riforme interne all'ordinamento sportivo su cui Pancalli sta alacremente lavorando, non abbiamo intenzione di scherzare: vogliamo dare nuove regole. Il commissario ha avviato il lavoro per le riforme del sistema arbitrale, del procedimento della giustizia sportiva, del regolamento degli agenti e naturalmente del nuovo statuto della federazione. In mezzo a questo grande cantiere aperto abbiamo lavorato sul fronte dei diritti televisivi. Ho sempre detto che le riforme che spettano al governo e al legislatore sono tre: la riforma dei diritti televisivi e dei principi che regolano la distribuzione delle risorse, la riforma della legge 91 e quindi delle società professionistiche, il nodo del rapporto tra stadi e società». Il ministro spiega i tre cardini della legge relativa ai diritti tv. «Non solo si ritorna alla contrattazione collettiva, ma l'aspetto più importante riguarda i principi per la ripartizione delle risorse. L'attribuzione in parti uguali di una quota prevalente delle risorse provenienti dalla vendita dei diritti da tutte le società che partecipano a ciascuna competizione, mentre la quota restante viene attribuita dal soggetto preposto all'organizzazione, tenendo conto del bacino d'utenza, dei risultati sportivi. Il terzo aspetto è il più qualificante della riforma: una quota viene riservata alla valorizzazione dei vivai».

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