Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

LA DECIMA vittoria consecutiva arriva nell'Olimpico biancoceleste ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Bastano i numeri per sintetizzare l'inarrestabile cammino dell'Inter di Mancini. Il tecnico sorride, si gode il ritorno da vincitore nello stadio che l'ha visto a lungo protagonista e ora invece lo saluta con una bordata di fischi per quell'addio che sa ancora di tradimento in piena regola. Lui non commenta, preferisce godersi l'ennesimo gioiello della sua corazzata capace di passare contro la Lazio di Rossi nonostante l'inferiorità numerica per l'espulsione di Ibra. L'unico motivo che alterna i contorni di un'altra notte magica è proprio quel «rosso» indigesto. «L'arbitro poteva usare buon senso, espellere Ibra mi è sembrato davvero esagerato. Basta rivedere le immagini per capire che Zlatan aveva già caricato il tiro quando Rocchi fischia un fuorigioco tra l'altro inesistente. Chi sta sul campo sa che è difficile arrestare la giocata in quel momento, quindi per me la decisione non è giusta. Così si è anche rovinata la partita, in termini di spettacolo». Anche Ibra si giustifica. «Non è sentito il fischio prima di calciare. Anche la prima ammonizione mi era sembrata esagerata perché l'intervento su Ledesma era un normale fallo di gioco». Dopo la contestazione c'è spazio solo per la meritata gioia legata al 2-0 figlio di un'interpretazione tutta forza e carattere. «Siamo stati eccezionali, devo fare i complimenti ai ragazzi che si sono superati nella ripresa. Lo voglio dire, siamo stati più forti del solito, abbiamo giocato in dieci per 45 minuti contro una buona Lazio senza rischiare molto. Sono davvero soddisfatto». Sull'ingresso di Adriano. «Mi serviva allontanare la Lazio dalla nostra area e con due attaccanti, seppur in inferiorità numerica, ci riuscivo meglio e non appesantivo di lavoro la difesa». Non lo inebria, invece, il titolo di campione d'inverno. Anzi ci scherza sopra incrociando lo sguardo dell'argentino Zanetti, capitano acclamato dalla folla interista. «Chiedetelo a lui, forse è più contento. In Argentina questo primato significherebbe scudetto vero. Per noi la strada è ancora lunga anche se stiamo facendo bene. Dobbiamo continuare su questa strada e chiudere in bellezza la stagione. Mi aspetto una prestazione importante anche sabato contro l'Atalanta». Anche Crespo si stropiccia gli occhi in uno stadio che molto bene. «Abbiamo battuto un'ottima Lazio. Per lo scudetto dobbiamo avere paura solo di noi stessi». La festa nel settore interista prosegue fino a tardi: cori e applausi per tutti, il popolo nerazzurro sogna a occhi aperti. Fab. Mar.

Dai blog