Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di DOMENICO LATAGLIATA TORINO — Alla fine, Alessandro del Piero ha detto la sua.

default_image

  • a
  • a
  • a

Era logico che fosse così, ma non l'aveva ancora detto. Ieri, ai microfoni di Sky, il numero dieci della Juventus ha messo alcuni puntini sulle più classiche delle «i»: «La voglia di giocare non mi è mai mancata e la tribuna mi ha dato fastidio: di questo però ci sarà tempo per parlare. Se mi sono arrabbiato? Beh, certo. E con Donadoni non ho ancora parlato: ci sarà modo». Un po' come quando alla Juve c'era un certo Fabio Capello, il quale non si faceva problemi a spedirlo in panchina preferendogli Ibrahimovic e Trezeguet: Del Piero non ha mai alzato la voce continuando ad allenarsi e a lavorare come se nulla fosse, ma il suo malumore era tangibile e non ci voleva uno scienziato per capire che certe scelte tecniche non erano da lui condivise. Addirittura, Del Piero non alzò la voce nemmeno quando Don Fabio gli preferì il misterioso Kapo nel finale di un Juve-Brescia casalingo: lo stadio insorse, lui se ne rimase tranquilo a bordo campo pregustando una rivincita che poi sarebbe arrivata con gli interessi. Adesso, archiviata la parentesi con la Nazionale e magari aspettando una telefonata da parte del ct, è di nuovo tempo di pensare alla Juve, alla serie B e al gol numero 200 da segnare il prima possibile per non fare diventare un mezzo incubo la rincorsa a qualcosa di piacevole: «A Treviso avevo voglia di segnare, penso si sia anche visto - ha confermato -. Devo avere pazienza: c'è un campionato davanti, il gol arriverà. E non dite che la Juventus è la mia Nazionale: per me la Juve è sempre e soltanto la Juve. Che vuol dire tantissimo. Sono orgoglioso e molto felice di essere qui». Sempre che anche a Deschamps non venga in mente di spedirlo in panchina: l'impressione però è che il bordo campo sarebbe accettato - e lo sarebbe probabilmente stato anche in azzurro - con un certo spirito buonista, in nome del turnover e di equilibri di squadra da preservare. Diverso è invece il discorso legato alla tribuna: vissuta male, come una vera bocciatura cui Del Piero non era abituato. Ne lo sarai mai.

Dai blog