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Falsa partenza

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Repesa stecca

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Così la Virtus Roma ha bagnato ingoloriosamente il suo esordio naufragando contro Montegranaro 77-69. Gli avvertimenti della vigilia su quante difficoltà potevano aspettare Roma, squadra che è in netto ritardo sulla tabella di marcia rispetto alle altre della serie A, devono essere rimasti gelosamente nascosti. Perché la Virtus ha avuto un approccio alla gara che definire molliccio è un eufemismo. Repesa, chissà se per stupire o per dare fiducia a Righetti, ha spedito l'ala riminese in quintetto lasciando a sedere nientemeno che Dejan Bodiroga. Mossa che non ha inciso eccessivamente perché Rigo, tra i cinque spediti sul parquet ad iniziare, è stato quello che ha convinto di più. Non certamente lo hanno fatto Ilievski, impacciato quasi al limite del goffo, Hawkins, che ha tardato a carburare prima di emergere con forza dal grigiore, Garri, inutile e dannoso e Mavrokefalidis che ha mostrato quei limiti d'esperienza che spaventano se si pensa all'Eurolega. Dall'altra parte Montegranaro è sembrata da subito più quadrata e sicuramente preparata quasi al limite della perfezione maniacale alla partita. Pillastrini, coach che meriterebbe ribalte da grandi club, ha disseminato il cammino della Lottomatica di trappole tattiche tanto che almeno in un'azione su due il regista di Repesa, che fosse Ilievski o Giachetti, ha faticato se non è addirittura incorso in un pallone perso. Sospinta dalla grinta di chi sta giocando per la prima volta nella ribalta della A, Montegranaro ha mostrato una bella faccia sbarazzina. Chi si aspettava solo Childress ha invece visto il duo di lunghi, Slay ed Amoroso, fare la voce grossa tanto che la panchina di Roma ha presto spedito a meditare Mavrokefalidis e Garri per dare spazio a Tonolli e Moiso. Dentro anche Bodiroga, con le squadre a braccetto, che però ci ha messo un pò a trovare ritmo. 15-17 al 10', prima di una seconda frazione da psicodramma. Palloni persi, incomprensioni e una punta di nervosismo per vedere la squadra di casa toccare, alternando zona e uomo, il +11 (41-30) che solo una magata di Bodiroga, dopo che Hawkins aveva fatto pentole e coperchi, ha reso svantaggio ad una sola unità, 41-33, quando è suonata la sirena di metà gara. Ma dagli spogliatoti è riapparsa una squadra ancora più confusionaria e spaesata, molle sulle gambe, in assenza di idee e quel che è peggio senza cuore. Repesa è sembrato un bigliettaio davanti ad un tornello cambiando freneticamente i suoi alla ricerca di un risolutore che non ha mai trovato. Spentasi la vena di Hawkins, appannato Bodiroga, la Virtus ha imbarcato acqua da tutte le parti. La scelta di provare prima il quintetto basso poi un pizzico di zona non ha fatto altro che aprire la strada alla tripla del romano Maresca (65-50), anche lui assurto alla gloria di una serata. È finito con il giusto trionfo della Cenerentola, che definire tale è quasi riduttivo. Un eroe su tutti, Pillastrini, capace di non sbagliare una mossa e mandare dietro alla lavagna Jasmin Repesa. E con lui tutta la sua truppa, primi fra tutti quelli che dipingevano la nuova aria che si respira negli spogliatoi, dopo la partenza di belzebù Pesic, come un relais delle Maldive. Un consiglio per il coach nuovo arrivato. Alzi da subito la voce e faccia valere la sua autorità davanti ad alcuni giocatori viziatelli. Altrimenti la stagione rischierà di essere molto dura.

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