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Sempre titolare nella Roma ha ritrovato il «vecchio» ruolo

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Simone Perrotta, che proprio grazie all'arrivo sulla panchina giallorossa del toscano deve molto della sua fortuna (e probabilmente del suo ritorno in nazionale) al tecnico toscano, resta uno dei punti cardine di questa nuova Roma. L'arrivo di Pizarro ha mischiato le carte e inevitabilmente cambiato l'assetto tattico della Roma che, complice anche gli infortuni di questo avvii di campionato, continua a cambiar faccia e a mostrarsi in grado di cambiare in corsa. Terminata l'emergenza che ha regnato nella scorsa stagione, quando la Roma aveva costanti problemi in attacco e ha dovuto fare a meno di Totti, Perrotta è tornato a fare quest'anno quello che più gli riesce. Recupera una quantità infinita di palloni a ogni gara, verticalizza il gioco ed è in grado di inserirsi nelle difese avversarie arrivando da dietro. Un solo gol in questa stagione non dice granchè ancora, ma Perrotta è uno di quelli che s'è trovato più volte da solo davanti al portiere anche se poi non sempre le capacità atletiche coincidono con quelle balistiche. Ma questo poliedrico giocatore ha dimostrato di poter fare tutto: il centrale, l'esterno, giocare avanti, correr dietro a fare il terzino in fase di copertura e quando serve anche inventarsi rifinitore. È toccato infatti a lui, per buona parte della scorsa stagione, fare il «Totti» quando il capitano fu costretto al riposo dall'entrata omicida di Vanigli. Ora che la Roma sembra ruotare attorno al 4-1-4-1 con De Rossi davanti alla difesa, lui è tornato all'antico riprendendo quel ruolo di secondo centrale al fianco dell'ultimo arrivato Pizarro: ma semrpe pronto a spostarsi sulla fascia quando Spalletti lo ritiene opportuno. Cambia tutto quindi, ma non l'utilizzo di Perrotta che fin qui ha fatto percorso netto, giocando tutte le partite di campionato da titolare e per un totale di 424 minuti sui 450 disputati finora (più di lui hanno fatto Doni e De Rossi mai sotituiti). Sempre presente anche nelle altre competizioni: ha giocato titolare nei due appuntamenti di Champions League con Shakhtar e Valencia e nella finale di Supercoppa contro l'Inter. E, tranne in quest'ultima occasione nella quale i giudizi complessivi sono stati fortemente compromessi dal risultato finale (3-4 dopo esser stati in vantaggio di tre lunghezze), ha sempre preso voti positivi nelle pagelle degli addetti ai lavori. Già, i numeri e quelli di Perrotta raccontano quanto questo giocatore, a volte invisibile, riesca a trasmettere sicurezza e continuità al suo tecnico e alla squadra intera. Anche se il secco dato numerico non può raccontare la quantità di chilometri percorsi ogni volta dal centrocampista che sembra avere una riserva d'ossigeno sotto alla casacca giallorossa. Finora settecentoventiquattro i minuti da annoverare sul suo cartellino: non pochi considerato che siamo solo all'inizio della stagione. E la sua esplosione è arrivata proprio con la Roma: anche in questo i numeri confortano le teorie. Infatti nelle 226 partite giocate finora in serie A Perrotta ha segnato 16 gol, nove dei quali proprio con la maglia della Roma: cosa non da poco considerando che in giallorosso ha giocato fin qui «solo» settanta partite.

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