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di PAOLO AVESANI TROVARE una strada più in salita per arrivare al Mondiale di novembre era francamente arduo.

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Il problema, al di la delle differenze contingenti, sembra essere molto simile. Le rose degli atleti non sono più in sintonia con le rispettive conduzioni tecniche. Sul versante «rosa», dopo mezze voci e comunicati di dubbia attendibilità, si è arrivati ad un punto di svolta: le dimissioni del ct Bonitta. Sul fronte uomini, invece, la situazione sembra essere ancora fluida, al punto che, la conferenza stampa che annunciava la nuova guida tecnica della nazionale in rosa, Barbolini, si è trasformata in un'occasione per parlare di Papi e compagni. Il presidente Magri non ha nascosto un certo imbarazzo per la situazione. Il numero uno del volley ha ricordato come, solitamente, la pallavolo faccia parlare di sé per i prestigiosi risultati raggiunti, e non per problemi interni. Tra le parole di Magri si è letto un certo «mea culpa» per non aver colto subito i possibili sviluppi della faccenda, ma è emersa anche la volontà di risolvere al più presto e nella maniera migliore tutti i problemi aperti. «In ambito femminile siamo riusciti a venire a capo della cosa, in quello maschile lavoreremo giorno e notte per fare lo stesso. Ci sono da correggere alcune disfunzioni, soprattutto nella gestione dei ruoli. Ciascuno - ha concluso Magri - deve mantenersi nei suoi compiti. Ci vogliono regole chiare che stabiliscano i confini».

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