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Dopo il passo indietro di Guido Rossi lascia il numero uno dell'Ufficio Indagini

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L'ex pm: «Un atto dovuto»: attese le mosse della nuova Federazione

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«Ho rassegnato le dimissioni principalmente per il venir meno dell'incarico di Guido Rossi» ha dichiarato ieri pomeriggio davanti alla Commissione Cultura della Camera l'ex pm di Mani Pulite. «Ho deciso di non rispondere immediatamente alla lettera di Coccia, aspetterò che venga nominato un nuovo commissario». Borrelli attende, come tutto il mondo del calcio, la nomina da parte della Giunta del Coni che avverrà questa mattina al Foro Italico. «I dirigenti delle società non potevano non sapere quello che succedeva - ha continuato Borrelli - ciascuno trovava il suo tornaconto. Moggiopoli? Erano dei poteri strani, non sempre si avevano dei ritorni immediati, ma il gusto dell'esercizio del potere Luciano Moggi lo aveva, sia in termini di vanità che di gratificazione personale». Borrelli trae un bilancio dopo l'esperienza all'interno del mondo del calcio cogliendo aspetti positivi. «Ho vissuto un'esperienza interessantissima, nonostante la mia età avanzata conservo ancora delle curiosità e la capacità di appassionarmi ad argomenti che fino a ieri mi erano sconosciuti. Credo che nel mondo del calcio si senta il bisogno di un riordino generale: io sono perfino riuscito ad appassionarmi al gioco. Ogni tanto mi capita di guardare le partite in televisione, e debbo dire che finora mi ero perso qualcosa, anzi, mi ero perso molto: la bellezza del calcio è nella totale imprevedibilità del gioco, nella complessità estrema dei fattori che contribuiscono all'esito finale di una partita». Insieme al capo dell'Ufficio Indagini, ha rassegnato le dimissioni anche Maria Josè Falcicchia, scelta dallo stesso Borrelli per portare avanti le indagini. Protagonista insieme agli altri inquirenti, la vice di Borrelli ha espresso il suo bilancio sull'esperienza vissuta nel mondo del calcio. «È stata una bella esperienza - ha affermato - è stato comunque divertente. Speravo che il dottor Borrelli trovasse gli stimoli giusti per poter rimanere, ma senza di lui non me la sento di restare. La nostra decisione è figlia del senso di lealtà nei confronti di chi ci aveva chiamato per ricoprire questo incarico. Di certo non è stato un voler andar via prima di essere allontanati». Il nuovo commissario straordinario avrà un problema in più da dover affrontare nelle prossime ore: quello di nominare un nuovo capo all'interno dell'Ufficio Indagini. A meno che, il dottor Borrelli, non decida di ritornare sui propri passi.

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