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di RINO TOMMASI ORA che questa Federation Cup l'abbiamo vinta bisogna cercare di ...

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Ieri mattina c'era un giustificato clima di entusiasmo nel piccolo aeroporto di Charleroi dove si sono ritrovati alcune protagoniste, dirigenti, allenatori, semplici appassionati. Mi hanno dato un po' fastidio alcune illazioni sull'effettivo problema muscolare che ha indotto Justine Henin ad abbandonare l'incontro di doppio. La Henin l'avevo duramente criticata nel gennaio scorso quando si era ritirata nella finale dell'Australian Open di fronte alla Mauresmo, a partita ormai compromessa, come del resto era compromesso il doppio di Fed Cup. Frabncesca Schiavone e Robertina Vinci avevano rischiato quando, in vantaggio di un break (3 a 1) nel secondo set, dopo aver perso il primo, hanno sciupato un vantaggio di 40-0 con due doppi falli della Schiavone, uno smash sbagliato dalla stessa giocatrice ed una volee messa in rete dalla Vinci. Se le belghe avessero recuperato quel break il match si sarebbe potuto complicare. Superato quel momento, vinto il secondo set, la Coppa, almeno a mio parere, era al sicuro. Se poi la Henin potesse o meno continuare è un problema che non ci riguarda anche se il suo ritiro ci ha tolto la gioia di una vittoria che sarebbe stata più completa e di maggior soddisfazione. Com'era logico ha deciso il doppio e com'era altrettanto logico lo ha vinto la formazione più equilibrata. Vittoria legittima, quindi, anche se favorita da alcune situazioni molto fortunate. La nostra non è la squadra più forte del mondo. Lo stesso Belgio, la Russia e probabilmente la Francia, se potesse disporre della Mauresmo e della Pierce ci sono superiori. In certe condizioni anche gli Stati Uniti, con quello che rimane delle Williams e della Davenport, potrebbe batterci. Noi non abbiamo campionesse ma, in misura diversa, tre buone giocatrici che peraltro nella loro carriera non sono mai riuscite a conquistare una semifinale in un torneo del Grande Slam. Nell'ultima edizione dell'Open degli Stati Uniti la Schiavone e la Santangelo si sono fermate al terzo turno, difficilmente Flavia Pennetta, se avesse potuto giocare, sarebbe andata oltre. Tuttavia, con i loro limiti, le nostre ragazze ci sono sempre e complessivamente il loro valore oscilla tra i quarto ed il quinto posto in una virtuale classifica mondiale. Giocando due buone partite la Pennetta e la Schiavone hanno entrambe perduto contro la Henin. La Santangelo, bloccata dalla paura, è stata comunque brava a non perdere la testa ed una partita che non si poteva perdere. La Vinci, la nostra doppista, ha accusato qualche inevitabile passaggio a vuoto (due suoi doppi falli ci sono costati il break che ha deciso il primo set) ma ha confermato una buona attitudine alla specialità. Noi, comunque, è positivo che riusciamo a produrre buone giocatrici, una situazione che negli incontri a squadre, con l'aiuto della buona sorte, ci ha consentito di cogliere un risultato importante purchè si sappia correttamente valutarlo senza esagerazioni ma con un pizzico di giusto trionfalismo.

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