Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di FABRIZIO FABBRI LA FINALE che non t'aspetti, con Grecia e Spagna, le due che i ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Stravolti tutti i pronostici, con gli Usa che sono franati a terra, battuti un pò dalla loro superbia e molto dalla sfida tra i due coach, che Panagiotis Yannakis ha stravinto contro il dirmpettaio Mike Krzyzewski. A poco è servito inserire nello staff tecnico Mike D'Antoni, oggi ai Phoenix Suns ma ieri eroe, prima da giocatore e poi da tecnico, in Italia. Perché non è solo un problema di conoscere o meno lo stile di gioco europeo, quanto di livellamento tecnico che oggi rende la nazionale Usa, imbottita di ottimi giocatori Nba ed un paio di fuoriclasse, alla portata di chi sta crescendo sempre di più. Così la Grecia, in cui nessuno dei dodici gioca nella lega professionistica americana, s'è presa il lusso di dare una nuova spallata agli eredi dell'inventore del gioco della palla a cesto. 101-95 il risultato finale per la truppa ellenica, il cui successo ha dato il via ad Atene, e nella nazione intera, a scene di giubilo come dalle nostre parti scatena solo il pallone. C'è un motivo se questa nazionale, guidata in panchina dall'uomo che le regalò da giocatore fama e vittorie assieme a Nikos Galis, che si fregia del titolo di campione d'Europa in carica, sta lassù. È perché in questa strana terra di canestri ce ne sono in ogni angolo. E, figli di un dna che li rende alti, muscolari ed atletici, gli eredi di Achille sembrano portati per essere protagonisti nel basket moderno. Tutta altra storia per gli spagnoli figli di una programmazione da fare invidia. Loro, tanto per gradire, hanno buttato fuori i campioni olimpici dell'Argentina, squadra dove giocano supereroi della nuova Nba come Ginobili, Nocioni, Scola e Delfino. 75-74 il risultato per gli iberici, trascinati anche loro da un bel talento del basket pro, Pau Gasol, e da uno che, dopo essersi svezzato in Italia, nella Nba ci sta per finire, Jorge Garbajosa. A proposito. Anche lui, come Bargnani, sta per esordire al di la dell'Oceano. Ma invece di aver girovagato tra la Sardegna e le palestre capitoline, come ha fatto il virgulto nostrano che ha detto «no» all'azzurro, è andato fino in Giappone a difendere la canotta delle furie rosse. Ed è un gran peccato che proprio Gasol rischi seriamente di saltare la finale. Durante la sfida all'Argentina il giocatore dei Memphis Grizzlies ha riportato un infortunio al quinto metatarso del piede sinistro ed è stato trasportato in ospedale per una serie di esami. E gli Usa? Facile, devono capire che il dominio, se non convinceranno a i migliori, gente come Shaquille O'Neal, Kobe Bryant o Tim Duncan, è finito. La Grecia li ha spazzati via, come detto, anche per le scelte, semplici, del suo coach Yannakis. Zona stretta in difesa e semplici regole offensive: attaccare con il pick and roll e sfruttare la scelta presuntuosa di Krzyzewski di cambiare in difesa, portando così un giocatore troppo piccolo ad opporsi alla fisicità di gente Schortsanitis. Così domani per l'oro (ore 12.30 italiane, diretta su Raidue del primo tempo, poi a seguire su Raitre) la vecchia Europa salirà sul gradino più alto del podio. Spagna o Grecia che siano non importa. Le gerarchie sono cambiate.

Dai blog