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Juventus e Figc avanzano verso il Tar

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L'eliminazione dalla Coppa Italia ha lasciato il segno: Deschamps chiede rinforzi

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Vero che l'obiettivo numero uno della Juventus rimane la risalita in serie A, ma abbandonare la Coppa Italia al terzo turno, sia pure al cospetto del Napoli, non può essere considerato un successo. Soprattutto perché, in tempi in cui altro non si fa altro che guardare al bilancio e alle negative ricadute economiche che la retrocessione porta con sé, anche l'addio alla «coppetta» significa euro in meno di qui ai prossimi mesi: zero incassi casalinghi durante la stagione e, soprattutto, niente possibilità di rientrare in Europa nella stagione 2007-2008. A Jean Claude Blanc, amministratore delegato della società, verrà ora a mancare un argomento in più nella rinegoziazione dei contratti di sponsorizzazione: se serie B sarà, lo sarà a tutti gli effetti. Il problema più pressante resta comunque quello legato al Tar del Lazio, chiamato venerdì prossimo a decidere sull'ammissibilità del ricorso bianconero. Difficile ci siano novità di sorta prima di quel giorno: le diplomazie di Juve e Federazione continueranno a lavorare in gran segreto e non è detto che il pronunciamento del tribunale amministrativo chiuda i giochi se è vero, come pare, che anche in un momento successivo a quello la società bianconera potrebbe tornare nell'alveo della giustizia sportiva. Servirebbe ovviamente che l'ormai famoso arbitrato - non ancora richiesto dalla società di corso Galileo Ferraris - mettesse d'accordo tutti: una serie B senza penalizzazione, o con una manciata di punti da recuperare, potrebbe essere la soluzione capace di salvare capra e cavoli. Non va poi dimenticato il capitolo squadra: eccezion fatta per Del Piero e qualcun altro (Zanetti, Nedved e Buffon per esempio), le lacune che si temevano sono venute a galla. Una difesa da rivedere, innanzi tutto: nei giorni scorsi è arrivato il francese Boumsong, che però al San Paolo non ha giocato perché ancora privo dei documenti necessari e che ora, convocato in nazionale, tornerà a Torino appena in tempo per imparare nome e cognome di tutti i suoi compagni prima che cominci il campionato: né ci si può fidare troppo di Tudor e Legrottaglie. Quindi? Serviranno un centrocampo più attento, un'identità di squadra precisa, una comune voglia di lottare e magari un altro paio di nuovi arrivi. E non ci vorranno musi lunghi, tipo Trezeguet (il Manchester Utd sarebbe pronto a sborsare 25-27 milioni) e Camoranesi, i quali non paiono comunque i soli a storcere il naso: se persino Zalayeta si è comportato come un Ronaldo qualsiasi tornando in ritardo dall'Uruguay, all'orizzonte potrebbero profilarsi tempeste vere e proprie. Altro che temporali estivi.

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