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di LUIGI SALOMONE ECCO la Lazio, finalmente a Roma, al Flaminio stavolta.

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Sballottata per tutta l'estate tra tribunali, carte bollate e penalizzazioni, la creatura di Rossi si presenta al pubblico biancoceleste (venduti finora solo 2.000 biglietti peraltro introvabili nella settimana di Ferragosto) in una gara che non avrebbe dovuto giocare senza la condanna inflitta dalla giustizia sportiva. La sesta posizione in classifica conquistata a maggio avrebbe consentito alla Lazio di entrare nel tabellone della coppa solo a novembre ma la retrocessione al quint'ultimo posto è costata questi noiosi preliminari contro avversari di categoria più bassa ma sempre pericolosi. Rossi per questa sfida ha convocato venti giocatori. Out tra gli altri i nazionali Peruzzi e Oddo, Makinwa fermo ai box per un problema, Firmani ormai sulla via del recupero e Behrami in ritardo di condizione. Gli altri sono tutti a disposizione del tecnico biancoceleste che spera di avere subito una buona risposta dalla squadra: «Siamo pronti, sono curioso di vedere i miei giocatori in una gara ufficiale. Non partiremo con le tre punte, il 4-4-2 è un modulo giusto, non lascio il certo per l'incerto». Non si esalta di fronte alla Coppa Italia che potrebbe rappresentare la via più praticabile per riagguantare quell'Europa sfuggita per colpa di Calciopoli. Rossi ha le idee chiare: «La nostra priorità è il campionato. Contro il Rende mi aspetto lo spirito e l'anima della squadra dello scorso anno. Metterò in campo la formazione migliore anche se ribadisco che dobbiamo pensare soprattutto alla salvezza, il nostro vero obiettivo. Se rimane la penalizzazione, sarà anche dura raggiungerla. Sono fiducioso perché ci sono ancora due gradi di giudizio e mi auguro che ci sia un ulteriore sconto. Anche se ci togliessero un punto solo sarebbe importante sotto l'aspetto psicologico». Stasera si giocherà al Flaminio. Non dovrebbero esserci il pienone ma a Rossi il piccolo stadio piace, eccome: «Si sente il calore della gente, è uno stadio all'inglese». Inevitabile scivolare sul mercato che ha regalato al tecnico tanti rinforzi e una rosa piena di qualità. Domani dovrebbe essere ufficiale anche l'arrivo di Jimenez che va ad impreziosire lo scacchiere del demiurgo biancoceleste. Ma Rossi non esulta e chiede alla società di sfoltire l'organico che, senza l'Europa, è davvero troppo folto: «Ventinove elementi sono troppi, qualche problema potrebbe esserci nel corso della stagione. L'ideale sarebbe avere due giocatori per ogni ruolo più qualche giovane per un totale di 26 o 27 calciatori». Finale dedicato a Oddo che la prossima settimana potrebbe finire al Milan. «Mi auguro — spiega l'allenatore della Lazio — che Massimo non vada via, ma se lui non è contento, non posso e non voglio trattenere nessuno. De Silvestri? Può arrivare a buoni livelli ma non diamo troppa responsabilità a lui: è giovane e deve crescere». E già stasera avrà un buona possibilità per confermare i suoi progressi visto che Rossi dovrebbe schierarlo dall'inizio. Accanto al Primavera ci sarà la collaudata coppia Siviglia-Stendardo con Zauri a sinistra. A centrocampo sulla destra agirà Belleri riciclato in avanti per la perdurante indisponibilità di Behrami mentre a sinistra ci sarà Mauri. Coppia centrale Ledesma-Mutarelli: sono loro la verà novità della serata romana. Davanti Pandev e Rocchi, i titolari, con Tare e Simone Inzaghi in panchina. Sembra difficile solo pensarlo ma sarà calcio vero. Per allontanare un'altra estate ricca di veleni sarebbe importante partire subito bene per andare a giocarsi il secondo turno contro il Monza mercoledì.

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