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di LUIGI SALOMONE LA Figc non concilia con la Juve e nello stesso giorno il commissario Rossi deve incassare ...

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«Possiamo cambiare insieme il calcio — ha spiegato Matarrese — ma basta dare amarezze a chi ne ha già avute tante. Adesso basta. Rossi è utile per il calcio, ma ora basta. Ha detto che "non si può rubare l'argenteria e poi lamentarsi", ma qui nessuno ha rubato niente. Magari la battuta gli è scappata. Chi ha sbagliato ha pagato e ora è tempo di voltare pagina. Evitiamo di fare gli avvocati di parte». Secondo il presidente della Lega, il commissario Rossi, «man mano che entrerà nel nostro mondo, ne capirà i meccanismi e farà esperienza con noi. Qui c'è gente che vuole collaborare con lui e quindi cerchiamo di evitare incomprensioni che non aiutano». Polemica dura che fa capire come le ultime dichiarazioni di Rossi non siano piaciute al mondo del calcio, così come la voglia di voler sembrare l'unico dirigente calcistico leale in un mondo di corrotti. Di certo in Federcalcio non si attendevano dichiarazioni definite «aggressive» da parte di Matarrese. Nel frattempo ieri è andata in scena il tentativo di conciliazione tra Juve e Figc. Fallito dopo tre ore di inutili trattative con i dirigenti bianconeri al gran completo fermi sulla loro posizione: serie A con penalizzazione. Davanti al conciliatore Angelo Piazza, la Juve ha schierato il presidente Cobolli Gigli e l'amministratore delegato Blanc, assistiti dal pool di legali composto da Zaccone, Montanaro e Briamonte. La Figc, invece, ha inviato all'Olimpico di Roma i vice commissari Coccia e Nicoletti, accompagnati dagli avvocati Gallavotti e Medugno. La Figc è rimasta fedele alla linea dettata da Rossi, non si è spostata dalla serie B. Al massimo, poteva offrire uno sconto sulle 3 giornate di squalifica del campo e poteva discutere una riduzione della penalizzazione (ma è stata bloccata dagli altri club). Alle 18 ci ha pensato la Juve ad annunciare il «nulla di fatto». Una nota di dieci righe, diffusa attraverso il circuito della Borsa, per archiviare la giornata infruttuosa. Cinque righe per fare il punto della situazione e abbozzare le prossime strategie: «Nonostante la Juve abbia manifestato disponibilità di conciliare, l'incontro non ha condotto alla conciliazione. Lunedì è fissato un Cda per analizzare le future iniziative». Di sicuro si proverà il 3 o 4 settembre (servono dieci giorni di tempo per le controdeduzioni prima dell'udienza) con l'Arbitrato sempre del Coni, ma se non andasse bene nemmeno l'ultimo appello, a quel punto scatterebbe il ricorso al Tar. Ma già martedì Giraudo e Moggi avranno l'udienza davanti al tribunale amministrativo che potrebbe anche evitare al club bianconero di incorrere nelle sanzioni previste dall'Uefa in caso di appello alla giustizia ordinaria. Se il Tar ordinerà di rifare i processi il mondo del calcio sarebbe davvero nel caos, e i campionati non potrebbero cominciare. La partita è appena cominciata.

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