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Landis, il Tour ritrova la stella

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e invece nel ciclismo come nella vita non si può mai dire, bisogna aspettarsi sempre il ribaltone, che 99 volte su 100 resta in canna, ma alla centesima ti stravolge ogni cosa. Questa era la centesima. Floyd Landis non si voleva né poteva arrendere all'idea di vedersi sfuggire un Tour che sentiva già in tasca e che invece era volato via insieme ai 10 minuti di ritardo sul groppone a La Toussuire, l'altro giorno. Landis ha deciso allora di sovvertire ogni cosa, attaccando seriamente, da lontano, e facendo la differenza. Landis è andato in fuga, dopo un gran lavoro dei suoi Phonak, sul primo colle di giornata, il Saisies. Sulle prime i suoi contendenti hanno provato a contenerlo, ma non c'è stato niente da fare, l'americano non voleva guardare in faccia nessuno. Dove vorrà mai andare? Al traguardo, ragazzi. Mancavano 130 km, a quel traguardo, mica bruscolini. In avanscoperta c'era una fuga di seconde schiere, tutti raggiunti dall'inarrestabile marcia di Floyd. Un minuto, due, tre, cinque. Nove: 9' di vantaggio sul gruppo quando, sulla Colombière, Landis riprendeva gli ultimi fuggitivi (Righi, Sinkewitz, poi Halgand). Il gruppo non sapeva che pesci pigliare. Finalmente sul Joux-Plane, ultimo colle prima della picchiata su Morzine, si muovevano anche dietro, limando il distacco da Floyd: Sastre attaccava, Pereiro si difendeva, tutti gli altri non erano troppo all'altezza. In classifica Pereiro, gran salvataggio, ha 12" su Sastre e 30" su Landis. Oggi (Morzine-Mâcon, 197 km per fughe) non accadrà niente, domani nella crono Landis vincerà il Tour; ringrazierà la sua follia di ieri, a Morzine: poteva finire malissimo, poteva essere un tracollo-bis, poteva essere crisi completa, e invece è stato sogno materializzato, impresa delle imprese, conquista impossibile, splendi pazzo diamante, shine on you crazy diamond, Pink Floyd Landis.

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