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Primo acuto di Freire. Boonen ancora leader

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Lo spagnolo di Torrelavega ha vinto ieri a Caen la quinta tappa, con una volata di rara bellezza: un'affermazione di individualismo che non ci si aspetterebbe in uno sprint di gruppo, ma Freire ha la classe (altrimenti non avrebbe potuto vincere tre Mondiali) che gli permette di lasciare sempre dei segni distintivi. Non vince tanto quanto altri colleghi, da Boonen in giù; ma le sue pennellate sono d'autore e riscattano del tutto la scarsa quantità (dovuta anche a una serie di cronici guai fisici che da sempre bersagliano Oscarito) con un coefficiente di qualità elevatissimo. A Caen, dicevamo: un traguardo che aspettava la lotta a tre tra McEwen, in un momento di forma eccezionale e già due volte vincitore in questo Tour; Boonen, maglia gialla ma ancora a secco, ed evidentemente parente sbiadito dell'uomo che in primavera fece mirabilie; e Hushovd, un successo all'attivo (nel prologo), ma ancora non brillantissimo negli sprint. Freire, che sempre bisogna metterlo tra i papabili (non foss'altro che per la già citata grande classe), era però considerato un passetto indietro rispetto agli altri tre. E invece, sull'infinito rettilineo d'arrivo, mentre la lotta col coltello fra i denti si sviluppava sul lato sinistro della strada, dalla parte opposta, sbucando fuori quasi dal nulla, ecco lì Oscar, una sparata impressionante, da solo, anticipando tutti. Boonen l'ha guardato e ha capito subito che anche per stavolta gli stavano sfilando la vittoria da sotto al naso. È partito in un impeto disperato, il belga, e avrebbe azzannato coi denti la ruota impudente di Freire. Che magari era partito un po' lungo (a poco meno di 200 metri dall'arrivo), ma ha tenuto fino al traguardo, beffando Boonen (che resta in giallo) e gli altri in maniera sopraffina. Oggi Lisieux-Vitré, 189 km ancora per velocisti; domani, con la crono di Rennes, primo scrollone.

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