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Lo juventino sincero «Zidane è il numero uno però vogliamo vendicare il ko di Euro 2000»

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E lì, acclamato più del Papa c'era Del Piero che a pranzo s'era tolto qualche sassolino della scarpa in vista della finale del Mondiale in programma domenica a Berlino. Del Piero come va? «Bene, sto molto bene come già detto nei giorni scorsi». Ci siamo di nuovo una finale, ancora la Francia: che effetto le fa? «Quella di una grandissima sfida, che non poteva essere migliore. La Francia è una grande squadra, piena di campioni Zidane su tutti. Per quello che s'è visto fin qui credo siamo le due squadre più adatte per questa finale». Voglia di vendetta? «Nessuno come me ha sofferto per la sconfitta in finale all'Europeo 2000. Spesso il dolore lascia il segno più della gioia. Ma poiché ne abbiamo già provato tanto, speriamo che la serata di Berlino sia quella della felicità». Dopo quella finale di Rotterdam sei anni fa lei si assunse le sue responsabilità. «Non mi pento di quello che dissi. Io quando vado in campo sono così. Ci metto la testa, le gambe, il cuore. E quel che dico dopo è una conseguenza. Dipende poi da come viene interpretato. Quella gara è storia, è andata in quel modo e l'ho catalogato nella storia. Adesso è tempo di cambiare la storia». Il primo problema sarà Zidane appunto. «Zidane è il numero uno, la Francia è favorita perché ha meno stress di noi. Ma domenica è domenica e può succedere di tutto». Studierete qualcosa ad hoc? «Non abbiamo ancora parlato di questo con Lippi, ma credo che per come l'Italia ha affrontato questi mondiali, probabilmente non può concentrarsi solo sulla marcatura di Zidane. La Francia ha oltre lui altre due o tre fortissimi che possono far male in ogni momento. Deve essere una partita perfetta». La giocherà questa finale? «Giocare o non giocare è un discorso che affronteremo dopo,- penso solo a sfruttare al meglio il piccolo spazio che mi sarà concesso oppure, spero, il grande spazio. Non è facile entrare e in venti minuti fare un gol decisivo. Sarebbe bello avere a disposizione tanto tempo, una gara intera. Ma io mi devo tenere pronto a qualsiasi eventualità». Potrebbe essere la staffetta con Totti, il «pungolo» per il romanista come lei fu per Baggio nel '98. «Veramente è lui ad essere entrato una volta al posto mio in questo mondiale. E quando sono entrato io, era per sostituire altri giocatori». Al rientro in Italia troverà un'altra Juve. «In questo momento c'è una priorità e quella è domenica: tutto il resto lo seguirò più da vicino da lunedì. Finora tutto quello che arrivava dall'Italia ci è servito come stimolo in più, sono successe talmente tante cose che ci potevano travolgere. So che i tifosi bianconeri vivono momenti difficili però ora dobbiamo pensare alla finale di domenica, sul resto ci concentriamo da lunedì. Ai tifosi dico solo di tifare come sempre. Credano, sperino, tifino». Ma ce ne è tanta di Juve in questa finale. «Sì, oltre a Zidane che fa parte del passato ci sono Thuram, Viera e Trezeguet. Con Zizou ho passato un periodo molto intenso di amicizia e tante avventure vissute insieme». All'inizio era stato anche criticato. «Quelle le ha rimosse ed ha saputo ripresentarsi alla grande...spero fino a ieri e non domenica. C'è poco altro da dire su uno come lui un numero uno in assoluto». Anche Del Piero è uno che divide la critica. «Sul mio conto c'è una distorsione della realtà incredibile. Hanno detto che non ero neanche un mezzo giocatore». L'ha sorpresa Capello al Real? «Non sono sorpreso per nulla...». Lo ha sentito ultimamente? «No».

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