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di DOMENICO LATAGLIATA TORINO — I più alti della squadra.

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Due antipatici, per essere chiari. Almeno in campo. Due che, pur giocando la partitella del giovedì nella stessa squadra, sono riusciti a litigare e a creare un altro caso in casa Juve. Zlatan Ibrahimovic e Patrick Vieira, intorno alle 12 di ieri, indossavano entrambi la pettorina rossa e stavano sfidando i «blu» da circa mezz'ora: lo svedese aveva addirittura segnato un gol, evento più unico che raro in questo momento difficile della sua stagione, bissando quello di mercoledì. A un certo punto, dopo che il francese non aveva assecondato il compagno in un'azione, sono cominciate a volare parole grosse. Vieira si è avvicinato a Ibra e i due hanno cominciato a guardarsi in cagnesco e a dirsi qualcosa di non troppo gentile. Immediatamente sono intervenuti Capello, il preparatore atletico Massimo Neri e alcuni compagni, Pessotto e Giannichedda in testa: qualche invito, anche piuttosto energico, a piantarla lì e, dopo pochi istanti, il gioco è ripreso senza che l'allenatore adottasse alcun provvedimento. Buon segno oppure no? Come al solito, dipende da che lato si vogliono vedere le cose. Di sicuro, qualche nervosismo di troppo alberga in casa Juve da un po' di tempo. Altrettanto onestamente, va però detto che la lite di ieri certifica quanto meno la volontà di lavorare al meglio e di non lasciare nulla di intentato per portare a casa lo scudetto. Resta il fatto che, dopo la sfuriata di Capello della settimana passata («se dobbiamo continuare ad allenarci in questo modo, è meglio che andiamo tutti a casa»), ieri è andata in sena un'altra puntata di un finale di stagione che si sta rivelando più difficile del previsto. La Juve, con il Milan a meno tre, non potrà tagliare il traguardo con il motore in folle: servono carburante e nervi saldi, gli stessi che ieri sono saltati a due tra i suoi giocatori dal temperamento più caldo. Non a caso, due di quelli messi maggiormente sotto accusa da critica e tifosi: Vieira perché solo a inizio stagione si è espresso ai suoi livelli, Ibrahimovic perché non ha ripetuto la stagione passata (per rimanere ai freddi numeri: non segna dal 18 febbraio) e perché in lui viene identificato il rivale numero uno di Alessandro Del Piero, uno che da queste parti è sempre più che amato.

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