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di GIANFRANCO GIUBILO CON lo sgradito ritorno del grande freddo, forse correre un po' di più fa anche ...

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Potrebbe sembrare, per quanto riguarda il vertice della classifica, di un turno interlocutorio, in attesa che San Siro ospiti, domenica, lo scontro tre le due superstiti protagoniste., che potrebbe riaprire il discorso del primato, oppure consegnare alla Juventus un ennesimo scudetto: questa volta più legittimo di tanti altri del passato, nonostante le ombre evocate da Dattilo. Dell'arbitro calabrese, la mamma ha detto che è un bravissimo ragazzo, e ci mancherebbe altro! Anche se a Roma si dice «Fallo esse' pure cattivo». Ha sbagliato di più chi lo ha mandato a Torino: se perfino Carraro se ne è accorto, Mattei e costretto a interrogarsi sulla sua politica e sulle sue scelte, perché i giovani arbitri che vogliono fare carriera non possono fare a meno di pensare che in questo bel paese Collina, numero uno del mondo, per un anno non ha diretto partite della Juventus, compresi i più importanti duelli del campionato, che gli sarebbero spettati di diritto. Dunque, tornando a questo mercoledì di gelide notturne, non si tratta soltanto di una comoda transizione verso il grande scontro domenicale: perché mentre la Juventus ospita il Parma massacrato dalla felice vena romanista, l'Inter è costretta a un approccio tutt'altro che morbido. Al Franchi, la Fiorentina ha quasi sempre offerto prove di alto livello, nonostante qualche confidenza di troppo di fronte al Lecce, ultimo in classifica. Tuttora titolare del quarto posto che vale l'Europa importante, con cinque punti sulla Roma ma soprattutto a una sola lunghezza dal Milan in disarmo, la Fiorentina proporrà seri problemi a un'Inter in piena salute, ma consapevole che un passo falso potrebbe rendere perfino accademica la grande sfida del Meazza. A ridosso del quartetto di testa, dopo essersi lasciato alle spalle quel Livorno che ha fatto miracoli e che per questi ha saputo ringraziare Donadoni, la Roma vede complicarsi il suo non terribile impegno di campionato dall'obbligo di ricevere il Cagliari in campo neutro e a porte chiuse, una doppia sanzione difficile da comprendere, gli spalti deserti già castigo più che adeguato per l'ignomia degli striscioni nazisti. Per di più giocherà a Rieti, bellissima cittadina che però le temperature primaverili le regole usualmente verso giugno o luglio, figuriamoci in una notte di febbraio con lo spettro del vicino Terminillo innevato. Quando si gioca lontani da casa, non è soltanto il pubblico a influire sull'umore della squadra ma anche, e i giocatori lo sanno bene, la mancanza degli abituali punti di riferimento offerti dall'impianto prediletto. Così che sarà necessaria un'altra grande impresa firmare quel record di otto vittorie consecutive che rappresenterebbe un traguardo storico. Nel confronto con il Cagliari che il buon Sonetti ha ricondotto a un sano realismo, può ancora risultare decisiva la vena ispiratrice di Francesco Totti, sempre che l'arbitro di turno faccia rispettare le regole del gioco, vanificando quella caccia all'uomo che è diventata sport popolare nei confronti del capitano romanista. Al ristretto gruppo dei sempre presenti, per obbligo, Spalletti chiederà un'altra dimostrazione di forza, ma soprattutto di indispensabile spirito di sacrificio.

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