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di FRANCO BOVAIO GRAZIE ai gol segnati in trasferta passa l'Udinese, che fino allo ...

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Poi, quando il più sembrava fatto, il crollo. Inspiegabile. Merito di Foti, certo, un attaccante di 17 anni buttato dentro da Novellino come mossa della disperazione (gli mancavano Bazzani e Flachi) che ha vivacizzato la manovra dei liguri, ma anche demerito di un'Udinese a cui si è improvvisamente spenta la luce. Sull'1-2, infatti, è iniziato il forcing blucerchiato, che ha prodotto lo splendido pareggio di Pisano (propiziato da un'errata uscita di De Sanctis su Castellini) e una marea di patemi evitabili ai friulani. Sul risultato, poi, pesano alcune dubbie decisioni di Rodomonti che hanno fatto inviperire i doriani in entrambi i gol bianconeri: sul primo, per un dubbio fuorigioco di Di Natale sull'assist di Candela (l'attaccante sembra più avanti della linea della palla); sul secondo, nato da un rapido cambio di fronte che coglie impreparati i blucerchiati, per una precedente trattenuta da rigore dello stesso Pieri su Colombo non punita da Rodomonti. Il forcing finale della Samp ha attentato alle coronarie dei friulani e di Cosmi, che tornava per la prima volta nello stadio in cui l'anno scorso guidò il Genoa. Dopo aver salutato la Coppa Uefa già prima di Natale, dunque, la Samp lascia anche la Coppa Italia. «Non ho mai criticato l'operato dell'arbitro, non voglio cominciare adesso. Purtroppo il calcio è questo e va accettato così com'è. Dispiace, alla Coppa tenevamo molto», dice Novellino. Contento Cosmi: «Quando sembrava che potessimo giocare tranquilli e gestire palla e risultato siamo impazziti. Meno male che alla fine la qualificazione è arrivata lo stesso».

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