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Giovedì Kristian avevaottenuto il miglior tempo. Ultima selezione per Torino, mancano due discesisti

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Kristian Ghedina non smette di stupire e di diffondere allegria con quel suo sorrisone da ragazzino di trentasei anni. Si diverte e non fa nulla per nasconderlo. Ama lo sport, la neve, le pazzie e le goliardate. Anche a cento all'ora, sugli sci. Impossibile dimenticare la sua spaccata di qualche stagione fa sullo schuss finale della mitica Streif di Kitzbuehl davanti a ottantamila austriaci in delirio: ieri, per gradire, l'ampezzano - che era reduce dalla trasferta in elicottero a Cortina dove ha fatto il tedoforo portando a spasso la fiaccola di Torino 2006 - si è ripetuto in Germania, a Garmisch Partenkirchen dove oggi e domani sono in programma una discesa ed un superG. Il Ghedo, in forma splendida come testimoniava il miglior tempo nelle prove cronometrate di un paio di giorni fa, si è infatti esibito in una nuova spaccata volante aprendo le gambe a squadra nell'ultimo salto della pista. Uno splendido pazzo, insomma, che se ne infischia della schiena traballante e vuole godersi fino in fondo quelli che potrebbero essere i suoi ultimi momenti da atleta: spaccata o no, il capitano azzurro si è poi piazzato decimo a poco più di un secondo da Bruno Kernen, autore del miglior tempo davanti, guarda caso, all'altro azzurro Peter Fill, già secondo in superG a Kitzbuehel e terzo in combinata a Wengen. L'Italia, insomma, pare esserci anche perché non sono da disprezzare le prove di Sulzenbacher (8°) e Girardi (14°). In ottica olimpica, già sicuri della partecipazione Ghedina e Fill, restano da assegnare due posti: la gara odierna (ore 11,15) servirà come ulteriore selezione, visto che i tempi stringono e, dopo le prove di questo weekend, non restano che quelle di Chamonix (combinata e discesa, 3 e 4 febbraio). Oggi, assente Bode Miller, i favoriti sono i soliti: gli austriaci guidati da Walchhofer e l'americano Rahlves. Rispetto però al suo connazionale Miller, suo possibile/probabile socio nella prossima attività, lo ha fatto con il sorriso sulle labbra lottando gara dopo gara (tre vittorie finora) per lasciare il miglior ricordo possibile di sé. Intanto l'americano torna a sparare a zero sul doping. «Se vuoi, oggi puoi barare: proprio come Lance Armstrong o Barry Bonds». Altra intervista e altre polemiche in arrivo. La stella dello sci statunitense è tornato a parlare di doping e stavolta ha preso di mira altre due icone dello sport a stelle e strisce: Lance Armstrong, vincitore di 7 edizioni consecutive del Tour de France, e Barry Bonds, 41enne slugger dei San Francisco Giants che nella prossima stagione andrà a caccia del record di 755 fuoricampo detenuto da Hank Aaron. «In questo momento puoi barare, se vuoi — dice Miller al magazine «Rolling Stone» — Barry Bonds e tutti quegli altri stanno barando consapevolmente, ma hanno a disposizione tutte le scappatoie che vogliono», dice lo sciatore statunitense sparando a zero sul baseball. L'immagine del passatempo nazionale americano è stato macchiata dallo scandalo legato alla Balco. Le indagini condotte da un jury federale hanno evidenziato un uso diffuso di sostanze illecite sui campi della Major League Baseball. Il Congresso degli Stati Uniti ha interrogato alcune star del passato e del presente e la MLB si è decisa, finalmente, a varare un protocollo anti-doping più rigoroso. Miller non si ferma al baseball e apre anche il capitolo del ciclismo. L'obiettivo è Lance Armstrong: il texano ha vinto lo scorso anno il settimo Tour consecutivo e si è ritirato. Qualche mese fa, il quotidiano francese «L'Equipe» ha affermato che lo yankee risultò positivo all'Epo in alcuni controlli effettuati nella corsa del 1999. «Se si parla di consapevolezza del doping — dice Miller — fai come Lance e tutti quelli lì: ogni giorno il dottore gli dà una scatola di pillole e loro non chiedono niente. Prendono le pillole, tutto qua».

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