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Sulla gara c'è la firma di Pesic bravo a motivare la squadra. Grande prova di Ilievski

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Ma soprattutto di psicologia. Ecco perché se c'è da assegnare la palma di migliore ad uno dei virtussini che hanno fatto l'impresa, passando a Le Mans di 16, finale 67-83 e guadagnando in proprio, senza aspettare risultati esterni, l'accesso alla seconda fase di Uleb Cup, beh questa va data a Svetislav Pesic. Chi sabato scorso aveva tacciato di presunzione il coach serbo per lo sfogo che aveva seguito la vittoria su Teramo non conosce bene il soggetto. Che è un maestro nel saper caricare la sua squadra, tanto quanto lo è nella conoscenza di questo sport. Solo miopi, saccentelli ed invidiosi hanno potuto, qui a Roma, cercare di metterne in discussione le virtù. Che sono molto maggiori dei difetti, in un uomo che pretende il massimo dai suoi come da se stesso. E la squadra, ora che s'è aggiunto il pinnacolo Ekezie e tutti gli infortunati sono tornati disponibili, comincia a macinare gioco e recitare il copione tanto caro al burbero coach di Novi Sad. Che parla di un'asfissiante difesa che costringe gli avversari a giocare costantemente verso le linee esterne del campo, consentendo alla Virtus di chiudere bene i varchi verso canestro e giocare in velocità e transizione. Ma i meriti del nocchiero non possono velare una serata di grande basket espressa innanzitutto dal contestato Ilievski (18 punti, 4 rimbalzi e 4 assist), eccellente sia costruzione che in realizzazione, di Bodiroga, che con le sue giocate al limite è sembrato spesso un prestigiatore, di David Hawkins, solido e concreto, e del terzetto dei lunghi, Ekezie, Tusek e capitan Tonolli, che hanno dato rimbalzi e sostanza. E poi Righetti. L'ala riminese sta diventando l'arma micidiale che Pesic fa alzare dalla panchina. In tanti non hanno visto il campo (Van den Spiegel, Helliwell, Sconochini e Marko Pesic) e se c'è qualcuno da mandare dietro alla lavagna questo è Jacopo Giachetti, unico a non mostrare sacro furore per la causa. La partita non ha avuto storia se non nelle battute iniziali. Con il Le Mans mai in vantaggio, ma incollato fino all'11-13. Ci ha pensato Ilievski ad imprimere l'accelerata che ha spaccato la partita, con Hawkins (almeno tre devastanti schiacciate per lui) che s'è subito accodato mentre Bodiroga, con il suo passo da diesel, ha scaldato il motore. Poi dall'inizio della seconda frazione il fenomeno serbo s'è innescato, Ekezie ha dato quella sicurezza in area cercata da tempo e Righetti s'è divertito a violentare la retina avversaria. 30-43 al 20' (con canestro in... scivolata di Bodiroga) e addirittura 44-64 al 30', non prima di una sfuriatina di Sveto Pesic per un attimo di eccessiva rilassatezza. Poi ultimi 10' in controllo per arrivare sul traguardo a braccia alzate e regalarsi un futuro in Europa. Sabato ci sarà Milano in trasferta nell'anticipo. Ci penserà certamente il coach serbo a regalare ai suoi le giuste motivazioni per la nuova sfida metropolitana.

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