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SUI DIRITTI tv come per la schedina del Totocalcio: 1, X, 2.

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Da una parte, ovviamente le grandi del calcio (Juve, Milan, Inter, Roma e Lazio), alle quali non dispiace affatto la ripartizione soggettiva. Dall'altro lato della barricata i rivoluzionari, capitanati da Robespierre Della Valle e Marat Zamparini. Sulla loro scia i 15 club che hanno firmato il documento. Pronti a tutto, a fermare il campionato, a commissariare la Lega, a costringere Galliani ad andarsene. Ad appiccare il fuoco in ogni angolo dello stadio pur di vincere la crociata. «In Italia non esiste la democrazia - ha tuonato Zamparini - c'è solo un trust di potenti che cerca di mettere le mani su una cosa che fa comodo solo a loro e che ti farà vincere per i prossimi anni. Non si può fare un campionato - ha aggiunto il presidente del Palermo - con 14 società che non sanno ancora quanto prenderanno l'anno prossimo, mentre le altre squadre hanno già il budget per i prossimi cinque anni. Come si fa a giocare lo stesso campionato?». Ma la Juve è la Juve. Nei panni di paladino dei bianconeri troviamo anche il presidente della Lazio. «Non è ammissibile - ha detto Lotito - che la Juve possa percepire quanto un club di medio o basso livello. Il vero problema del quale nessuno vuole parlare - ha aggiunto - è che con i soldi dei diritti tv si vogliono pagare i debiti che i club fanno in base a gestioni dissennate del loro patrimonio». Intanto da Forza Italia giunge il definito no a ogni tipo di ripensamento. Della Valle vuole bloccare il campionato. «Questo significa voler condizionare le scelte» ha tagliato corto Lotito, al quale sta a cuore la questione stadio. A metà strada tra le parti troviamo il presidente del Livorno, il quale si sta già fregando le mani al solo pensiero su quanto incasserà dalla cessione di alcuni dei suoi gioielli. Altro che diritti tv. «Sono da sempre per la vendita collettiva - ha detto Spinelli - ma sono contrario all'idea di commissariare la lega, che sta facendo bene». Il massimo dirigente del Siena, De Luca fa il pompiere: «A me piacciono le storie a lieto fine e spero che alla fine prevarrà il buon senso: una Lega lacerata non serve a nessuno. Il 27 prossimo ci sarà una riunione importante, speriamo bene». M. Cas.

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