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«Il mio modello è stato Olajuwon Sono un lottatore e la Lottomatica con me vincerà»

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Sono queste le doti che la Virtus Roma ha cercato da settembre in poi prima di arrivare a puntare su Obinna Ekezie per portare il suo assalto al titolo. Il talento, si sa, già c'è. Bodiroga, Hawkins e tutti gli altri hanno dimostrato, fino ad oggi, di saper supplire alla mancanza di un totem d'area facendo ricorso alla loro classe. Ma non sempre ci si potrà affidare a serate balistiche da record come quella di Gerusalemme. «Le squadre che puntano alla vittoria — ha detto il tecnico Pesic — devono costruirsi due dimensioni. Quella perimetrale, che fino ad oggi abbiamo spesso interpretato bene, ma anche quella interna. Il controllo dei rimbalzi e la presenza nell'area pitturata sono essenziali per chi vuole pensare in grande». Ecco allora che, messo nel dimenticatoio Gary Trent, la Virtus ha sondato il mercato fino ad arrivare all'ingaggio di questo statuario nigeriano, con un buon passato nella Nba. È anche ai suoi muscoli, ai rimbalzi che riuscirà a catturare, alle stoppate che assesterà sui tiri avversari che la Virtus affida le ambizioni, mai nascoste di scudetto. Parola che però, molto scaramanticamente, Pesic non pronuncia. «Noi una delle squadre più in forma del campionato? Non direi. Abbiamo cuore, così si spiegano le tante vittorie in trasferta. E siamo un gruppo solido. Ci stiamo allenando bene ora ed è importante che tutti accelerino l'inserimento di Ekezie. Lui ha le doti che cerchiamo in un lungo. Ed una grande esperienza. Sarà importantissimo ora che si giocheranno le partite decisive per decidere quello che sarà il tabellone della Coppa Italia e poi il tabellone dei playoff. Ma non sarà pronto prima di due, tre settimane». Ed eccolo qui il nigeriano dallo sguardo dolce. Non tragga in inganno. In campo sarà un'altra musica. «Sono un giocatore abituato a lavorare duro. Mi ritengo un uomo d'area, con senso del rimbalzo e mi piace andare a cercare la stoppata. I miei migliori movimenti sono in post basso». Ha le idee chiare. Anche sugli obiettivi della sua nuova squadra. «Ho visto giocare la Virtus ed è una squadra che esprime un'ottima pallacanestro. Gioca in velocità e difende duro. Spero di poterla aiutare a migliorare ancora». Ekezie spiega poi come sia scoppiato il suo amore per il basket. «Ero giovanissimo e guardavo giocare Akeem Olajuwon a Houston, negli Usa. Lui è stato unico, un grande. Un vero orgoglio per la mia nazione. Ha vinto nella Nba. A me basterebbe farlo qui con Roma». Sogni ad occhi aperti? Anche se si cerca di volare bassi in casa Virtus si respira un'aria diversa. Le sei vittorie consecutive in campionato mantengono la squadra a ridosso della vetta, anche se Pesic fa il pompiere. «Riusciamo ad allenarci quasi al completo e con maggiore intensità. Ma c'è tanto da fare. Ora dobbiamo recuperare Van den Spiegel ed inserire Obinna. Abbiamo bisogno dei loro centimetri. L'importante è mantenere alta la concentrazione e lavorare duro». Un bel menù per lo scudetto. Che non spaventa Obinna Ekezie. «Pesic è un coach estremamente preparato e molto esigente. Va benissimo. Questa è la ricetta migliore per vincere. Ma ero già stato allenato a Belgrado da un coach serbo». Pesic strabuzza gli occhi. «Sloveno (era Sagadin) Obinna. Sloveno». E giù una grande risata. Un bel feeling. Per un obiettivo unico: vincere.

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