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«Ho creato un bel gruppo e dato un gioco alla squadra»

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Il tecnico, intervenuto alla Voce della Nord, parla della sua avventura lunga sei mesi, sulla panchina biancoceleste: «Ad inizio stagione non mi interessava pensare a dove sarebbe potuta arrivare la Lazio prima di Natale. Non è un problema di numeri, a me interessava incidere, creare un gruppo e dare un gioco. Poi viene di riflesso il resto, qualche punto in più o in meno non cambiava se non avessi visto una crescita del gruppo. Il mio compito è solo quello di lavorare sempre meglio». E di crescita costante si può certamente parlare. La squadra non brillante e senza gioco di inizio campionato comunque capace di conquistare punti importanti, si è trasformata lentamente in un gruppo unito e coeso, in grado di giocare a memoria, alla pari con tutti e divertire la gente. Leone tra le mura amiche, Cenerentola in trasferta, col passare delle giornate è riuscita a colmare il gap tra le partite in casa e quelle fuori dal raccordo anulare. La svolta netta e decisiva si è intuita ad Empoli, con i biancocelesti vincenti in rimonta, soffrendo e sudando. Se la Lazio dello scorso anno, di questi tempi viveva il periodo più buio degli ultimi quindici anni della sua storia, sconfitta pesantemente ad Udine, impantanata nelle paludi della bassa classifica e col necessario cambio di guida tecnica con Papadopulo che prendeva il posto di Caso in difficoltà. La Lazio di Delio Rossi chiude il 2005 in maniera totalmente opposta. Ventiquattro punti in classifica (quattro in più della scorsa stagione alla diciassettesima di campionato), imbattuta in casa e con il merito di essere stata l'unica squadra, dopo il Milan, ad aver fermato la marcia inarrestabile degli invincibili di Capello. Su cosa vorrebbe trovare sotto l'albero, il tecnico non si sbilancia: «Vorrei che tutti trovassero la serenità, io ho già quello che mi serve». Probabilmente la conferma dei giocatori che stanno contribuendo maggiormente alla costruzione di questa nuova bella Lazio sarebbe ovviamente regalo gradito.

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