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Sull'attaccante «Se qualcuno lo vorrà bisogna che ce lo paghi A gennaio spero di recuperare il vero Montella»

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Allora al «San Paolo» si giocava lo scudetto, oggi in palio c'è l'andata degli ottavi di coppa Italia. Tra un passato lontanissimo, un presente difficile e l'orizzonte ancor più nebuloso, la squadra di Spalletti comincia oggi una settimana fondamentale per il suo futuro. Anche se contro i partenopei non ci sarà, tiene banco ancora il futuro incerto di Antonio Cassano, che sembra sempre più orientato verso l'Inter. Ma una sua possibile cessione a gennaio rischia di ridurre ancor più le risorse di un reparto già molto limitato. Dall'allenatore arriva l'ennesimo invito alla riapertura nei confronti del barese. «Vaglieremo la situazione di tutti i calciatori, non solo la sua. Antonio alla società qualche segnale lo deve dare. Se qualcuno lo vorrà acquistare, bisogna che ce lo paghi. Nel valutare la situazione penso anche all'assenza di Nonda per la coppa d'Africa, ma per gennaio spero di recuperare appieno Montella, che finora ha avuto diverse difficoltà». Adesso che è arrivata la sentenza del Tas, il tecnico torna a valutare nuove prospettive per organico e società: «Dopo questo verdetto sappiamo di poter lavorare e in che tempi muoverci. Abbiamo margini di tempo abbastanza ampi, molte cose andranno migliorate internamente, fin da subito. Da quando sono arrivato nella Capitale si è lavorato bene, ora bisogna proseguire. Non abbiamo avuto buona sorte in tante piccole cose, ma la situazione non è catastrofica. Alla Roma sono e resto legatissimo perché questo ambiente mi stimola e vedo possibilità di progredire, ho accettato questa vicenda del blocco di mercato e vado tranquillamente avanti per la mia strada professionale. C'è l'esigenza da parte della società di creare un gruppo che abbia stimoli, personalità e sappia sopportare un ambiente importante come questo. Tra queste esigenze c'è anche quella di "ripulire" l'ambiente». A Napoli la Roma troverà una atmosfera particolare, in astinenza da grande calcio. La partita con il Napoli è stata anticipata per motivi di ordine pubblico. Misure di sicurezza eccezionali: un treno blindato accompagnerà dalla stazione Termini al capoluogo campano circa trecento tifosi romanisti. Tra le due tifoserie ci sono rapporti tesi e ormai compromessi, dopo lo storico gemellaggio durato fino alla metà degli anni Ottanta. «Non ci dovrebbero essere tutti questi timori e pericoli, è un segnale che si deve ancora crescere». Tra i venti convocati figurano ben otto giovani della Primavera. Spalletti crede in una gestione oculata dei giovani del vivaio da aggregare in prima squadra. «In tutte le squadre in cui ho lavorato ho sempre impiegato i giovani, ma non bisogna lanciarli allo sbaraglio. Un conto è inserirli in un contesto che funziona, ma quando ci sono problemi come è successo l'anno scorso, non sempre i ragazzi riescono a emergere. Credo tuttavia nella loro crescita e non penso di aver fatto loro torto se finora non li ho utilizzati». Visto il deludente rendimento stagionale, anche la coppa Italia è un obiettivo da inseguire. «Ci stiamo allenando bene, aldilà dell'emergenz, anche se non abbiamo trovato un rendimento costante. A livello fisico le gare infrasettimanali arrecano sempre qualche complicazione, ma bisogna adeguarsi a questi ritmi. Però questi impegni ci danno la possibilità di impiegare chi solitamente gioca di meno». Passare il turno potrebbe riproporre nei quarti la sfida con la Juve. «Di motivazioni ce ne sono tante, noi dobbiamo migliorare rispetto a quanto fatto finora, cercando certezze che si possono trovare anche in queste partite. Il Napoli è una squadra pericolosa, formata da gente che ha giocato in serie A. Ne conosco parecchi di loro, qualcuno l'ho anche allenato: Montervino era mio capitano all'Ancona. Se non ci faremo trovare pronti potremmo rimanere sorpresi e con le sorprese ci si rimette sempre».

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