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Inzaghi rialza il MIlan

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Una grande squadra non può buttare al vento occasioni su occasioni. Non può acciuffare una vittoria nel recupero del secondo tempo dopo aver scialacquato un numero infinito di opportunità. Una grande squadra non può pensare di vincere uno scudetto con questa mentalità. Serve cinismo e concretezza. Specchiarsi può essere rischioso come lo stava per essere ieri sera contro il Lecce. Ma, per fortuna di Ancelotti, esiste lui: Pippo Inzaghi. Suoi sono questi tre punti. È lui il salvatore della patria. Ancelotti cambia davvero pochissimo rispetto alla gloriosa e affascinante vittoria di mercoledì scorso in terra turca targata Shevchenko. Solamente due modifiche per il tecnico rossonero. La prima forzata: il diligente Rui Costa al posto dell'infortunato Kakà. La seconda esclusivamente tecnica: Stam per quel Simic che, nelle rarissime occasioni in cui è stato chiamato in causa, ha risposto sempre presente. Comunque, contro il Lecce, si vede la miglior formazione che il tecnico di Reggiolo potesse mandare in campo: questo perché Carletto, alla vigilia, ha lasciato intendere che sarebbe stato stupido sottovalutare un Lecce in salute e a trazione super - anteriore che presenta non solo tre punte ma anche un centrocampo nettamente offensivo. Turnover quindi rimandato a martedì per la sfida di Coppa Italia con il Brescia. Il match non fa in tempo ad iniziare che la banda rossonera passa in vantaggio. Pirlo, al 2', conferma i suoi geni carioca calciando una di quelle punizioni brasileire a tre dita che non lasciano mai scampo ai portieri: stavolta è il povero Sicignano a non veder partire il tiro colmo di stelle del centrocampista del Milan e della nazionale. Branco docet. Altri quattro minuti e opportunità anche per Rui Costa che fallisce di un nonnulla il raddoppio. Il portoghese, si sa, con il gol non ha confidenza e lo dimostra ancora al 10'. Milan frizzante e determinato. Che vuole chiudere i conti il prima possibile. Anche grazie allo spettacolo. Occasioni clamorose per Gilardino, Sheva, Seedorf ma il secondo pallone in rete alle spalle di Sicignano non vuole proprio entrare. Ci ritenta al 27' Gilardino con un pallonetto non molto preciso però. San Siro applaude il gioco dei rossoneri. Gattuso è caricatissimo tanto da volerci provare lui ma, non è una novità, la tecnica di Gennarino non è tra le più raffinate. Un primo tempo che ha rispecchiato la seconda frazione di gara contro il Fenerbahce: una miriade di opportunità regalate ai cartelloni pubblicitari con l'unica variante, fondamentale, che in Turchia arrivò il tris di Shevchenko. Il Lecce si ripresenta in campo più agguerrito alla ricerca del pari dando l'idea, però, di un'armata Brancaleone. Mentre il Milan si rivede per la prima volta al 53' con una bella combinazione Gila - Sheva non sfruttata al meglio dalla punta azzurra. Il festival dei gol mangiati continua poco dopo: attori, stavolta, prima l'ucraino, poi Serginho. E nel calcio chi sbaglia troppo, alla fine paga. Grande frittata difensiva rossonera intorno al 65' e Konan ne approfitta per pareggiare i conti. A questo punto uno scioccato Ancelotti tenta la carta Inzaghi. Superpippo amuleto. Come tre anni fa nei quarti di Champions contro il Psv quando regalò ai rossoneri un'insperata qualificazione. Gol nel recupero. Un gol dei suoi, di furbizia, di spietatezza. Carletto e tutto il Campionato ringraziano.

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