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Lazio all'esame di maturità

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Una bestia nera per i biancocelesti. Nei quattro precedenti in serie A solo una volta sono riusciti a vincere (con una punizione di Mihajlovic deviata nel giorno della maglia unica, sei ottobre di due anni fa). Nella altre occasioni due sconfitte e un pareggio: un misero bilancio contro la squadra del quartiere di Verona. Stasera oltretutto le due squadre giocano alla pari, dall'alto dei loro 14 punti in classifica. Imprevedibili per entrambi i club viste le premesse estive. La Lazio non può fare troppi calcoli se vuole spiccare il volo ma l'avversario è di quelli pericolosi tanto più a solo 72 ore dalla sfida contro la Roma che portato via preziose energie fisiche e mentali. Il Chievo corre molto, ha un modulo speculare, ottimi elementi e tanta voglia di emergere oltre a Obinna, talentuoso nigeriano di diciotto anni che ha ha fatto sfracelli a Marassi e alla Favorita mettendo paura a Samp e Palermo. Ecco quindi la trappola, la gara ideale per cadere e, per questa ragione, Delio Rossi ha richiamato ieri i suoi a concentrarsi al massimo per superare quest'altro ostacolo prima di un calendario che dopo l'impegno odierno, la trasferta di Reggio e l'Inter in casa si annuncia in discesa. Ma prima c'è il Chievo da battere per centrare il record di cinque successi consecutivi in casa: «Il derby è finito, non parlo più della Roma. Dobbiamo ricominciare a pensare al campionato, la partita con la Roma non era campionato. O meglio, è un campionato a parte. Il derby è un confronto speciale». Quindi massima attenzione in uno scontro diretto che nasconde tante insidie per i biancocelesti: «Adesso che si comincia a parlare di avversari alla nostra portata bisogna stare attenti. Affrontiamo una formazione che sta bene, che ha un gioco consolidato. Sembra un paradosso ma è una partita più difficile di quella contro la Roma. Noi e il Chievo siamo tra le 2-3 rivelazioni del campionato insieme all'Ascoli. La favola Chievo? Lasciamo stare la storia del quartiere che compete con le grandi. Il Castel di Sangro era una favola vera, dietro il Chievo c'è un gruppo industriale importante, un po' come era il Parma dei Tanzi. Hanno saputo gestirsi con oculatezza, questo sì, ma basta con la favola». Grande rispetto per Pillon («Si è fatto dal niente, non gli ha regalato nulla nessuno e adesso si sta togliendo delle belle soddisfazioni. Ma non siamo uguali, lui ha più capelli e i baffi»), giudizio sospeso invece sulla stellina nascente Obinna: «Non si può giudicare un giocatore solo dalla tv. Dicono che somigli a Martins o Makinwa, io gli posso solo augurare di diventare come loro». Un messaggio alla curva Nord, straordinaria domenica in occasione del derby quando ha sostenuto la squadra per tutti i novanta minuti agevolando la rimonta dopo la rete di Totti: «Ai tifosi chiedo di sostenerci anche di più che contro la Roma. Abbiamo bisogno dell'aiuto della nostra gente per continuare così. Quello che abbiamo in classifica è quello che ci siamo meritati». Arbitrerà Ayroldi, antipatico arbitro pugliese poco propenso ad accettare le proteste dei giocatori in campo (ne sa qualcosa Lucarelli espulso qualche settimana fa per lesa maestà). Previsti almeno 25.000 spettatori anche se si spera che il pareggio nel derby possa spingere la gente a tornare a rimpiere l'Olimpico. La Lazio di Delio Rossi se lo merita perlomeno per quanto fatto vedere finora.

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