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Rossi resta alla Yamaha, «no» alla Ducati

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I giapponesi lo blindano fino al 2006, ieri l'annuncio. «È un campione inimitabile»

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L'ingaggio sarà di circa dieci milioni di euro. Valentino è raggiante: «Lo scorso anno è stato magico: ho vinto la prima gara disputata con la Yamaha e ho vinto il Mondiale. Ho un rapporto splendido con la casa e con il mio team, che ha lavorato moltissimo per rendere la M1 competitiva com'è ora. Questo mi è spinto a rimanere». Soddisfatto anche Lin Jarvis, direttore generale di Yamaha Motor Racing: «Quest'anno è veramente speciale perchè celebriamo il cinquantesimo anniversario della Yamaha. Speriamo che i nostri sforzi vengano premiati dalla conquista di un secondo titolo mondiale per Valentino e per la Yamaha. Siamo ovviamente felici di avere Valentino con noi un altro anno nella MotoGp. La collaborazione con lui è un elemento chiave che ci consentirà di proseguire con i nostri programmi verso il 2006». Gli avversari neppure più lo rincorrono. Impresa inutile, visto che Valentino Rossi, archiviata l'ottava vittoria stagionale, ha un vantaggio a dir poco abissale in classifica iridata. Non lo rincorrono neppure più gli sponsor o, almeno, il gruppo Philip Morris. Il colosso americano del tabacco avrebbe voluto portare Valentino in Ducati l'anno prossimo, tentativo che il marchio che sponsorizza anche la Ferrari aveva già cercato di attuare nel corso della stagione 2003, ma Rossi ha declinato l'invito a cambiare moto un'altra volta. Rifiutando un ingaggio superiore, a quando è stato dato a sapere da fonti vicine al campione pesarese, ai quindici milioni di euro a stagione. La trattativa, ben vista anche dalla Dorna e dalla Federazione motociclistica internazionale, in quanto avrebbe fatto salire alle stelle non solo l'audience televisiva ma anche gli interessi che gravitano intorno allo sport delle due ruote in genere, è naufraugata poco prima o subito dopo il successo ottenuto sotto il diluvio di Donington. Difficile ipotizzare i motivi della rottura di un'operazione che sembrava ormai destinata ad andare in porto. Dopo aver seriamente temuto di perdere il suo campione, la Yamaha, supportata dall'altro colosso del tabacco, il gruppo franco-iberico Altadis, titolare dei marchi Galouises e Fortuna, non sembra, infatti, aver superato quota dieci milioni di euro a stagione, uno in più della cifra che Valentino percepisce attualmente per il solo ingaggio. Esclusi gli sponsor personali e le attività, note e meno note, che portano i suoi incassi a sfiorare i trenta milioni di dollari l'anno. Il rinnovo siglato è per una sola stagione. Rossi, nel frattempo, ha fatto il vuoto. Ha già raccolto più del doppio dei punti intascati sinora da Marco Melandri, il primo del mondiale dei secondi. Il suo vantaggio nel mondiale sfiora le cinque vittorie. Un altro successo, magari già a Brno alla ripresa delle ostilità, e un pur modestissimo piazzamento, basterebbe nella migliore delle ipotesi anche un decimo posto, in Giappone sarebbe già sufficiente a garantirgli la certezza della conquista del settimo titolo iridato, il quinto nella classe regina. A cercare di rallentare la corsa vincente di Rossi (236 punti) ci sono ancora in gioco Marco Melandri (116), Sete Gibernau (115), Colin Edwards (114) e Max Biaggi (113). Per negare il titolo a Valentino, uno di loro dovrebbe vincere tutte le sette restanti corse del campionato e sperare l'impossibile. Ovvero che Rossi, nel frattempo, resti in vacanza o non riesca a collezionare più dei punti che mediamente intasca in due sole gare nell'arco del periodo restante.

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